Paola Cavallero: la DONNA, educatrice di PACE
Il ruolo delle DONNE è fondamentale nella prevenzione e nella risoluzione dei conflitti e nella costruzione della PACE. La pace non è solo assenza di guerra ma richiede un processo positivo, dinamico e partecipativo dove il dialogo sia incoraggiato e i conflitti siano risolti in uno spirito di comprensione reciproca e cooperazione.
"La violenza che tante persone e popoli continuano a subire, le guerre che tuttora insanguinano numerose parti del mondo, l'ingiustizia che grava sulla vita di interi continenti non sono più tollerabili. È tempo di passare dalle parole ai fatti: i singoli cittadini e le famiglie, i credenti e le Chiese, gli Stati e gli Organismi Internazionali, tutti si sentano chiamati a porre mano con rinnovato impegno alla promozione della pace! Ben sappiamo quanto quest'opera sia difficile. Essa infatti, per essere efficace e duratura, non può limitarsi agli aspetti esteriori della convivenza, ma deve piuttosto incidere sugli animi e far leva su una rinnovata coscienza della dignità umana. Bisogna riaffermarlo con forza: una vera pace non è possibile se non si promuove, a tutti i livelli, il riconoscimento della dignità della persona umana, offrendo ad ogni individuo la possibilità di vivere in conformità con questa dignità. In questa prospettiva desidero rivolgere il Messaggio per la presente Giornata della Pace soprattutto alle donne, chiedendo loro di farsi educatrici di pace con tutto il loro essere e con tutto il loro operare: siano testimoni, messaggere, maestre di pace nei rapporti tra le persone e le generazioni, nella famiglia, nella vita culturale, sociale e politica delle nazioni, in modo particolare nelle situazioni di conflitto e di guerra. Possano continuare il cammino verso la pace già intrapreso prima di loro da molte donne coraggiose e lungimiranti! Assistiamo oggi, attoniti e preoccupati, al drammatico «crescendo» di ogni tipo di violenza: non solo singoli individui, ma interi gruppi sembrano aver smarrito ogni senso di rispetto nei confronti della vita umana. Le donne e perfino i bambini sono, purtroppo, tra le vittime più frequenti di tale cieca violenza. Si tratta di forme esecrabili di barbarie che ripugnano profondamente alla coscienza umana.
Tutti siamo interpellati a fare il possibile per allontanare dalla società non soltanto la tragedia della guerra, ma anche ogni violazione dei diritti umani, a partire da quello indiscutibile alla vita, di cui la persona è depositaria fin dal suo concepimento. Nella violazione del diritto alla vita del singolo essere umano è contenuta in germe anche l'estrema violenza della guerra. Chiedo pertanto alle donne di schierarsi tutte e sempre dalla parte della vita; e chiedo al tempo stesso a tutti di aiutare le donne che soffrono e in particolare, i bambini, specialmente quelli segnati dal trauma doloroso di esperienze belliche sconvolgenti: solo l'attenzione amorevole e premurosa potrà far sì che essi tornino a guardare al futuro con fiducia e speranza.
Le donne hanno il diritto di esigere che la loro dignità venga rispettata. Allo stesso tempo, esse hanno il dovere di lavorare per la promozione della dignità di tutte le persone, degli uomini come delle donne”.
Sono alcuni eloquenti passaggi del messaggio pronunciato in occasione della celebrazione della XXVIII Giornata Mondiale della Pace dell’1.1.1995 (fonte: Libreria Editrice Vaticana) dal Santo Padre Giovanni Paolo II che riconosce il ruolo decisivo ed insostituibile delle donne nell’educazione alla pace, secondo la logica di ruoli complementari, nella comune vocazione all'amore. Il Santo Padre conclude con l’auspicio che le numerose iniziative internazionali previste da lì a poco potessero costituire un’importante occasione per umanizzare i rapporti interpersonali e sociali nel segno della pace.
In un’epoca come quella attuale in cui il fenomeno della globalizzazione non è solo un processo socioeconomico ma porta con sè – o almeno così dovrebbe - un’umanità sempre più interconnessa, che supera i confini geografici e culturali, devono trovare attuazione i principi di umanità, solidarietà e condivisione.
E’ ferma la consapevolezza che la comunità internazionale deve preservare i diritti umani di uomini, donne e bambini indistintamente: deve avere un ruolo proattivo per sollecitare le autorità istituzionali in tal senso, anche con il sostegno delle organizzazioni internazionali.
Il ruolo delle DONNE è fondamentale nella prevenzione e nella risoluzione dei conflitti e nella costruzione della PACE.
La leadership delle donne nei processi di peacebuilding si pone come una priorità ed è in prima linea nella promozione internazionale per la pace e la sicurezza. La pace non è solo assenza di guerra ma richiede un processo positivo, dinamico e partecipativo dove il dialogo sia incoraggiato e i conflitti siano risolti in uno spirito di comprensione reciproca e cooperazione.
Il loro ruolo è cruciale nelle situazioni di conflitto, nel promuovere forme non violente di risoluzione dei conflitti e riduzione della incidenza dell’abuso dei diritti umani, nella protezione e assistenza e formazione sulle donne rifugiate o sfollate, anche in cerca di protezione internazionale.
Oggi, come allora, le donne dimostrano capacità, competenze, conoscenza dei processi decisionali, politici, di pianificazione, volontà di impegnarsi in tutti i settori (civili, di polizia, militari) con un impatto positivo ed efficace nell’aiutare a i) prevenire e ridurre i conflitti, ii) ispirare e creare modelli di ruolo e partnership, iii) costruire fiducia, iv) mantenere e proteggere a livello globale i diritti umani.
Per questo motivo devono essere incrementate le loro capacità politiche ed economiche e devono essere adeguatamente rappresentate a tutti i livelli dei livelli decisionali, includendole nella governance nazionale e nelle strutture del settore di sicurezza, come osservatori di sorveglianza negli accordi di cessate il fuoco.
Occorre rafforzare e sviluppare le istituzioni di sicurezza e giustizia rispettose del genere, promuovere un ambiente protettivo per le donne dalla violenza sessuale e di genere, facilitare e coordinare l’attuazione dell’uguaglianza a tutti i livelli.
E’ comunque necessario cambiare la mentalità perchè il contributo che le donne possono apportare in termini di prospettive, informazioni e analisi che possono fornire, non sia ignorato o sottovalutato. In questo contesto un ruolo primario ha l’informazione, destinata a diventare la storia di domani.
Come può accadere chel'impegno positivo non faccia notizia così anche nella storia della pace il meccanismo rischia di riprodursi e di non valorizzare la storia positiva.Nel 1989 B. Brock-Utne (La Pace è Donna) scriveva: “Il primo meccanismo che la società (…) adopera per combattere la lotta delle donne per la pace è di rendere il loro lavoro invisibile. Non è un meccanismo usato solo da coloro che non condividono le cause per cui le donne lottano ma è usato anche dagli uomini impegnati a fianco delle donne nella stessa causa (…) anche se le attività delle donne che lottano per la pace e la giustizia vengono rese pubbliche quando si svolgono, spesso sono poi rese invisibili dalla storia o quando si erigono cippi commemorativi”.
La storia della Pace, quindi, deve conservare la memoria e mettere in evidenza la biografia di tante azioni positive che hanno costruito (l'altra) storia: quella di tante testimonianze lungimiranti e delle Donne che hanno operato per il cambiamento pacifico e nonviolento.
Le Donne possano influenzare efficacemente ed attivamente la governance globale della pace e dei conflitti ma si impone un radicale cambio di paradigma ad evitare che la loro presenza rimanga simbolica.
La PACE è DONNA
Benchè ogni riflessione comporta necessariamente un’approssimazione intellettuale, nell’ambito di un confronto sulla condizione delle Donne tra guerra e pace non ci si può esimere dal constatare che laddove i diritti universali e la dignità degli essere umani - di una moltitudine di uomini, donne, bambini - vengono calpestati regnano il silenzio, il terrore, la miseria e, spesso, l’immobilità.
Sulle cause e sui possibili scenari dell’attuale situazione geopolitica, lasciamo agli esperti di geopolitica, analisti economici, strateghi militari le opportune analisi, approfondimenti e dibattiti.
Se si pensava che tutto – o quasi - fosse stato detto e vissuto, in moltissimi luoghi, da secoli, dai racconti della storia di millenni, purtroppo l’attuale crisi ci impone di riflettere sul fatto che per quanto grandi siano stati gli sforzi impiegati e i progressi compiuti dalle istituzioni pubbliche, per quanto eroici siano stati gli innumerevoli sacrifici umani, ogni giorno tanto altro resta ancora da fare.
Siamo cittadini del mondo, prima ancora che della propria Nazione, le migliaia di vittime civili ci mettono di fronte alla realtà che l’affermazione dei diritti e della dignità della persona comunque, a prescindere da ogni "ragione" e senza giudizio di sorta, sta scontando un prezzo altissimo. E di fronte alle attuali crisi e conflitti abbiamo il dovere, quanto meno morale, di non rimanere in silenzio per dar voce anche a chi non ne ha.
“Dobbiamo guardare al mondo con gli occhi delle madri, con lo sguardo della pace”, evidenziando il suo "contributo insostituibile" nel costruire "un mondo che sia una casa per tutti”: “Vi porta la grazia che fa nuove le cose, l’abbraccio che include, il coraggio di donarsi. La pace è donna. Nasce e rinasce dalla tenerezza delle madri (...) porta nel mondo il sogno dell’amore. Se abbiamo a cuore l’avvenire, se sogniamo un futuro di pace, occorre dare spazio alla donna”. Se sogniamo un futuro di pace, occorre dare spazio alla donna: è l’esortazione di Papa Francesco in occasione della Giornata internazionale della donna dell’8.3.1999.
Alla messa di apertura del 2020 in Vaticano il Papa ha rimarcato il ruolo delle donne nelle società e alla pace: “Le donne sono fonti di vita. Se vogliamo un mondo migliore, che sia casa di pace e non cortile di guerra, ci stia a cuore la dignità di ogni donna. Dalla donna è nato il Principe della pace. La donna è donatrice e mediatrice di pace e va pienamente associata ai processi decisionali. Perché quando le donne possono trasmettere i loro doni, il mondo si ritrova più unito e più in pace. Perciò, una conquista per la donna è una conquista per l’umanità intera”.
Facciamo dunque nostro l’appello di Papa Francesco (mercoledì delle Ceneri, 2.3.2022): “Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche, perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è Padre di tutti, non solo di qualcuno, che ci vuole fratelli e non nemici. Vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. La Regina della Pace preservi il mondo dalla follia della guerra”.
Paola Cavallero
Senior Associate Lawyer at Mainini & Associati