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Ricerca scientifica: nuove prospettive per il mesotelioma con il Vaccino UV1

Il mesotelioma è purtroppo indice di scarsa chance di sopravvivenza dopo la diagnosi, e per questo, oltre alla prevenzione primaria, è importante la ricerca. 

In arrivo nuove chance terapeutiche per coloro che hanno ricevuto la diagnosi di mesotelioma, piuttosto che di cancro del polmone, e di altre gravi malattie asbesto correlate. La nuova speranza è segnalata dall’ONA - Osservatorio Nazionale Amianto  dopo la recente designazione Fast Track conferita dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense al vaccino antitumorale UV1 sviluppato da Ultimovacs. Questa designazione, concessa in combinazione con l'ipilimumab e il nivolumab, potrebbe segnare un punto di svolta nel trattamento dei pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno non resecabile.

«Il mesotelioma, una malattia feroce e implacabile, rappresenta una delle sfide più gravi nel panorama oncologico e per la salute pubblica, con un alto tasso di mortalità e poche opzioni terapeutiche a disposizione» esordisce l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), che da anni svolge un ruolo di primo piano nella lotta per la giustizia e la tutela delle vittime di amianto e dei loro familiari. Ruolo che non si ferma solo dentro alle aule giudiziarie, ma che prosegue attraverso campagne di sensibilizzazione ambientale e di prevenzione, atte a suscitare una maggiore consapevolezza dei rischi dell'amianto e incentivare l'adozione di misure di prevenzione e bonifica efficaci.

Ma cosa rende il mesotelioma così temibile e devastante? Il Presidente ONA spiega «a scatenare la patologia sono le pericolosissime fibre di amianto, una sostanza tossica che è stata ampiamente utilizzata in passato in vari settori industriali. Le persone che lavorano in settori come i vigili del fuoco, i militari veterani, e i lavoratori dell'edilizia e dell'industria, sono particolarmente a rischio. Il mesotelioma di solito impiega molti decenni per svilupparsi dopo l'esposizione iniziale all'amianto, il che spesso significa che i pazienti vengono diagnosticati dopo i 70 anni, a causa del lungo periodo di latenza della malattia.Questa lunga latenza rende difficile il riconoscimento precoce della malattia e limita le opzioni terapeutiche disponibili.Anche se l'uso dell'amianto è stato ampiamente vietato in molti paesi, il numero di nuovi casi di mesotelioma rimane elevato. In Italia, episodi come quello di Casale Monferrato e la vicenda dell'Ilva di Taranto hanno evidenziato in modo drammatico le conseguenze devastanti dell'esposizione all'amianto, con migliaia di vittime che hanno contratto il mesotelioma e altre malattie correlate.In particolare, Casale Monferrato è diventato un simbolo della lotta contro l'amianto in Italia, dove la presenza di una fabbrica di produzione di cemento amianto ha portato a una grave epidemia di mesotelioma tra i lavoratori e i residenti della città. L'Ilva di Taranto, invece, è stata coinvolta in una lunga e complessa battaglia legale e ambientale, con gravi preoccupazioni per la salute dei lavoratori e delle comunità circostanti a causa dell'esposizione all'amianto e ad altre sostanze inquinanti».

Fortunatamente, con l'avanzamento delle terapie mirate e dell'immunoterapia, si stanno aprendo nuove prospettive nella gestione della malattia. Lo scorso 5 febbraio 2024 a Oslo, Ultimovacs ASA, leader biotecnologico in fase clinica impegnato nello sviluppo di nuovi vaccini immunoterapeutici contro il cancro, ha annunciato un’importante innovazione terapeutica per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno non resecabile. Dopo i promettenti risultato ottenuti nello studio clinico di Fase II (NIPU), sponsorizzato dall'Ospedale universitario di Oslo con il sostegno di Bristol-Myers Squibb e Ultimovacs, Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha conferito la designazione Fast Track al vaccino terapeutico antitumorale UV1.

Ma cosa significa esattamente questa designazione e quali sono le implicazioni per lo sviluppo e la revisione regolatoria del farmaco? Secondo la definizione della FDA, il Fast Track è un processo progettato per agevolare lo sviluppo e accelerare la revisione dei farmaci destinati al trattamento di patologie gravi. L'obiettivo principale è quello di mettere a disposizione dei pazienti nuovi farmaci importanti in anticipo, fornendo così una risposta più rapida alle esigenze mediche non soddisfatte. In pratica, la designazione Fast Track consente a Ultimovacs di avere interazioni più frequenti e collaborative con la FDA durante il processo di sviluppo del vaccino UV1 per il trattamento del mesotelioma.

Questa interazione ravvicinata tra l'azienda e l'autorità regolatoria offre diversi vantaggi. Innanzitutto, consente una maggiore trasparenza e comprensione reciproca delle esigenze e delle priorità in materia di sviluppo del farmaco. Le discussioni regolari tra Ultimovacs e la FDA consentono di affrontare tempestivamente eventuali questioni o preoccupazioni relative al processo di sviluppo del farmaco, riducendo così i ritardi e ottimizzando l'efficienza del processo.

Inoltre, la designazione Fast Track può facilitare l'accesso a risorse aggiuntive e supporto da parte della FDA per accelerare lo sviluppo e la revisione del farmaco. Questo può includere consulenza scientifica e tecnica, nonché l'opportunità di partecipare a programmi speciali di accelerazione regolatoria, se applicabili. Tuttavia, è importante sottolineare che la designazione Fast Track non implica un compromesso sulla rigorosa valutazione della sicurezza e dell'efficacia del farmaco. Anzi, l'obiettivo è quello di fornire una struttura più efficiente e collaborativa per guidare lo sviluppo di farmaci promettenti, assicurando nel contempo che siano soddisfatti tutti i requisiti regolatori necessari per garantire la sicurezza e l'efficacia del trattamento. Nello studio clinico di fase II, noto come NIPU, UV1 è stato combinato con gli inibitori del checkpoint ipilimumab e nivolumab e confrontato con ipilimumab e nivolumab da soli come trattamento di seconda linea.

Questo approccio è stato adottato dopo il trattamento di prima linea con chemioterapia a base di platino. I risultati dello studio hanno dimostrato un miglioramento clinicamente significativo nella sopravvivenza globale per UV1 senza tossicità aggiuntive. Questo è un elemento chiave nel campo della terapia oncologica, dove il bilanciamento tra efficacia e tollerabilità del trattamento è di fondamentale importanza per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Utile precisare che UV1 aveva già ottenuto la designazione di farmaco orfano per il trattamento del mesotelioma e la designazione Fast Track per il melanoma non resecabile o metastatico. Cosa che conferma il suo potenziale nel campo dell'immunoterapia oncologica. Quanto alle sue peculiarità, si distingue per la sua capacità di stimolare una risposta immunitaria specifica contro le cellule tumorali, offrendo così una prospettiva promettente per i pazienti affetti da neoplasie difficili da trattare. Lo studio NIPU (Vaccinazione Nivolumab e Ipilimumab Plus/minus UV1) è un importante studio clinico di fase II che coinvolge più centri di ricerca e si concentra sul trattamento del mesotelioma pleurico maligno. Lo studio, condotto su 118 pazienti, divisi in due gruppi di trattamento è stato completato nel gennaio 2023 e i dati presentati al congresso ESMO nell'ottobre 2023. Tutti i partecipanti hanno ricevuto il trattamento standard con nivolumab e ipilimumab fino alla progressione della malattia o fino a un massimo di due anni.

Il gruppo sperimentale, in aggiunta al trattamento standard, ha ricevuto anche otto iniezioni intradermiche del vaccino UV1 durante i primi tre mesi di trattamento. Lo studio mirava a valutare se l'aggiunta del vaccino UV1 potesse portare a un beneficio significativo in termini di sopravvivenza libera da progressione per i pazienti con mesotelioma pleurico maligno dopo la chemioterapia standard di prima linea con doppietto di platino. È importante notare che gli eventi clinici successivi dei pazienti in entrambi i gruppi di trattamento saranno monitorati anche dopo la conclusione dell'endpoint primario dello studio. L’aggiunta di UV1, insieme a ipilimumab e nivolumab, ha portato a un miglioramento clinicamente significativo della sopravvivenza globale rispetto all'utilizzo di ipilimumab e nivolumab da soli.

I dati mostrano che il 31% dei pazienti trattati con il vaccino UV1 ha registrato una risposta obiettiva, rispetto al 16% nel gruppo di controllo che ha ricevuto solo ipilimumab e nivolumab. Questi risultati indicano chiaramente il potenziale impatto positivo del vaccino UV1 come parte di una combinazione terapeutica nel trattamento del mesotelioma pleurico maligno. UV1 è un innovativo vaccino terapeutico antitumorale che mira a stimolare una risposta immunitaria specifica contro la telomerasi, un enzima coinvolto nell'immortalità delle cellule tumorali. Questo vaccino è costituito da lunghi peptidi sintetici che rappresentano una sequenza nella subunità della telomerasi umana (hTERT). Gli studi hanno dimostrato che UV1 può attivare le cellule T CD4+, un tipo di cellula immunitaria che svolge un ruolo chiave nella lotta contro le cellule tumorali. Dopo essere stato iniettato nella pelle, il vaccino UV1 viene processato dalle cellule presentanti l'antigene (APC) e presentato alle cellule T naive nei linfonodi. Le cellule T attivate in risposta al vaccino circolano poi nel corpo, cercando e attaccando le cellule tumorali che esprimono la telomerasi.

Un aspetto significativo di UV1 è che i suoi peptidi contengono diversi epitopi, i quali non sono limitati dalla variabilità genetica individuale (HLA), evitando così la necessità di effettuare uno screening genetico preliminare dei pazienti. Questo rende potenzialmente UV1 accessibile a un'ampia gamma di pazienti affetti da mesotelioma e altre forme di cancro. UV1 viene somministrato attraverso otto iniezioni intradermiche nell'arco di tre mesi, insieme all'immunomodulatore GM-CSF, al fine di potenziare la risposta immunitaria del paziente contro le cellule tumorali. In sostanza, UV1 rappresenta un'importante innovazione nel campo della terapia vaccinale contro il cancro, offrendo una promettente opzione terapeutica che sfrutta il potenziale del sistema immunitario del paziente per combattere attivamente la malattia.

Il passaggio alla fase successiva dello sviluppo clinico è ora fondamentale, con ulteriori studi necessari per confermare l'efficacia e la sicurezza di UV1 in combinazione con ipilimumab e nivolumab. L’ONA - Osservatorio Nazionale Amianto, da sempre impegnato nella prevenzione che si realizza soltanto evitando l’esposizione, afferma che in tutti i casi in cui l’esposizione è da considerarsi verificata diventa necessaria la sorveglianza sanitaria perché solo così si può ottenere la diagnosi precoce e anche la tutela giuridica per il paziente ancora in vita.

L’ONA ha più volte evidenziato come la vittima di malattie asbesto correlate si vede costretta a dover agire innanzi il Giudice per la tutela dei propri diritti. Anche se sia per quelli previdenziali che per il risarcimento del danno, purtroppo, tutto è affidato alla Magistratura. Grazie all’impegno dell’ONA e dell’Avv. Ezio Bonanni sono stati ottenuti significativi risultati per la tutela sia della salute che dell’ambiente, e per la sicurezza sul lavoro. Il risarcimento dei danni amianto è un risultato efficace ma solo  come prevenzione terziaria.

L'Avv. Ezio Bonanni commenta con entusiasmo questi sviluppi, affermando: «finalmente vediamo un riconoscimento tangibile del potenziale di queste terapie innovative nel trattamento del mesotelioma, una malattia che ha devastato innumerevoli vite. La designazione Fast Track per UV1 è un passo avanti nella ricerca di soluzioni efficaci per coloro che sono stati colpiti da questa tragica esposizione allamianto e per le loro famiglie, che hanno sofferto per decenni a causa di esposizioni irresponsabili e negligenze ambientali. È essenziale che anche le autorità  Europee, comprese quelle Italiane, si mobilitino non solo per ultimare la bonifica, ma soprattutto per costituire gli strumenti terapeutici indispensabili, finalizzati alla cura di chi purtroppo ha ricevuto questa tragica diagnosi».

 

Fonte:ONA - Osservatorio Nazionale Amianto 

 

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