Federica Barbero (FdI): "Verso un'Europa più vicina ai cittadini"
La candidata nella circoscrizione Nord-Ovest per Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Lombardia: “Una nuova maggioranza al Parlamento europeo, nella quale il gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, in cui confluisce Fratelli d’Italia, avrà sicuramente un peso molto consistente, sarà indispensabile per la revisione della Politica agricola comune"
Dalla revisione della PAC (Politica Agricola Comune) al ruolo dei cittadini, Federica Barbero, candidata con Fratelli d’Italia alle elezioni regionali (Cuneo e provincia) ed europee (nella circoscrizione nord-ovest: Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Lombardia) del prossimo 8 – 9 giugno, espone il suo pensiero su alcuni temi cruciali della prossima legislatura europea, compresa la propria visione di ciò che l’Unione europea dovrebbe diventare.
“Una nuova maggioranza al Parlamento europeo, nella quale il gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, in cui confluisce Fratelli d’Italia, avrà sicuramente un peso molto consistente, sarà indispensabile per la revisione della PAC, politica agricola comune, peraltro nella scia del percorso già avviato con successo, in Europa, dal governo Meloni e dal ministro Lollobrigida. Iniziative legislative come il “ripristino della natura” (in sintesi il ripristino di aree bonificate sottraendole di fatto all’utilizzo agricolo), che rappresentano derive estremiste, devono essere arginate, riportando l’agricoltura al centro dell’interesse politico europeo, senza rincorrere ideologie irrealistiche.
In effetti, le contraddizioni delle istituzioni europee, che invocano il rispetto dei principi democratici ma poi, in concreto, lasciano poco spazio ai cittadini, devono essere evidenziate e risolte. Ad esempio, l’iniziativa dei cittadini europei, pur entrata in vigore nel 2012, non si è mai concretizzata in una effettiva proposta legislativa da parte della Commissione.
Secondo Federica Barbero, bisognerebbe ripartire da qui, da un’Unione europea più vicina ai cittadini piuttosto che affidarsi ad una soluzione federalista. Meglio un’Unione rispettosa delle (per adesso) 27 identità nazionali che la compongono; senza l’assillo di filoni ideologici impercorribili; senza soffocanti strettoie burocratiche e di bilancio, che invece si occupi di una migliore tutela delle frontiere esterne, promuova la crescita delle economie e si imponga finalmente come attore protagonista sulla scena internazionale”.