Crisi sanitaria: l'impatto sui sistemi produttivi e sulla finanza
Abbiamo avuto ospite di Ok Italia Parliamone Achille Coppola, il Segretario del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, che ai nostri microfoni ha evidenziato come la crisi sanitaria stia avendo un grande impatto sui sistemi produttivi e sulla finanza delle imprese.
"La violenza dell’epidemia covid-19 - afferma Coppola - sta mettendo a dura prova il Governo italiano così come emerge dalla continua emanazione di decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e dalle varie Ordinanze dei governatori delle singole Regioni. Questo ci fa pensare che si stia navigando a vista."
Guarda la nostra intervista al Segretario del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, il Dott. Achille Coppola.
Coppola afferma che in questo contesto tutto pare inadeguato, soprattutto per un paese indebitato come è l’Italia. Il sistema delle imprese e dei lavoratori autonomi, giustamente, si rivolgono al governo, ed il governo, anche per la situazione tutt’altro che rosea della nostra economia, si rivolge all’Europa chiedendo vari misure a partire dallo sblocco delle norme restrittive sui bilanci ed ancora all’aumento dei finanziamenti. Cosa che poi è avvenuta grazie all’intervento della Banca Centrale Europea.
Il Segretario del Consiglio Nazionale dei Commercialisti continua dicendo che la domanda reale da farsi è quale debba essere la portata di questi interventi. Unica certezza è che i 25 miliardi per ora stanziati sono assolutamente insufficienti. Tant’è che le ultime indiscrezioni parlano addirittura di 50 miliardi che dovrebbero essere messi a disposizione con il nuovo decreto per aprile.
Lo stesso Draghi nella giornata di ieri ha ribadito con forza che gli Stati devono indebitarsi e devono farlo per salvare le famiglie e le imprese. Devono quindi aumentare il debito pubblico. Di contro però Corte dei Conti e Banca d’Italia hanno ribadito che il debito debba essere comunque sostenibile.
Draghi nella sua ultima dichiarazione ha paragonato questo momento a un momento bellico e, come in altri momenti bellici, che possa essere attivato un altro strumento, ovvero quello dell’imposizione.
"Io auspico - continua Coppola - che anche in questo caso si possa fare un uso attento di questa leva, non solo in termini di sospensioni ma anche attraverso una richiesta di contributo a soggetti che hanno di più."
Ed ancora il Segretario Nazionale cita Draghi nel ricordare che durante il periodo di guerra lo stesso aiuto dato che veniva dato alle imprese e alle famiglie derivava per il 15% da contributi dati da soggetti che potevano permetterselo.
"Il decreto salva Italia così come è stato strutturato è un decreto inadeguato - dice Coppola - e i 25 miliardi messi a disposizione segnano l’inadeguatezza della misura in particolare per alcuni settori ed alcune categorie, tra cui in primis quella dei liberi professionisti e dei cosiddetti lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata.
È stato fatto sicuramente un primo intervento, ma è un intervento che va potenziato e reso più adeguato.
Ricordiamoci che i lavoratori autonomi in difficoltà non hanno ancora un’indennità mensile, ed il sostegno alle piccole e medie imprese deve andare ben oltre l’attuale misura di sostegno per la cassa integrazione guadagni."
In conclusione ai nostri microfoni Achille Coppola ribadisce che servono incentivi più automatici, più fruibili e soprattutto serve una semplificazione delle procedure. E questo è l’auspicio che tutte le categorie professionali e imprenditoriali stanno ponendo.