PNRR e Lavoro in Italia: analisi delle dinamiche e degli effetti
Nel fabbisogno delle imprese, fino a un lavoratore su 5 potrebbe essere immigrato
Nel quinquennio 2024-2028, il mercato del lavoro italiano affronterà un’importante fase di trasformazione, con un fabbisogno occupazionale che potrebbe variare tra 3,4 e 3,9 milioni di lavoratori. Questa stima è influenzata dai diversi scenari macroeconomici previsti e riflette una dinamica in cui la necessità di sostituire i lavoratori in uscita dal mercato sarà predominante. Secondo il rapporto elaborato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la domanda di sostituzione rappresenterà tra il 78% e l'88% del fabbisogno complessivo, con una crescita dello stock occupazionale che potrebbe raggiungere tra 405mila e 832mila unità.
L’impatto del PNRR e i settori trainanti
Uno degli elementi chiave che inciderà sulle dinamiche occupazionali del prossimo quinquennio è l’effetto dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Se pienamente attuato, il PNRR potrebbe creare circa 970mila posti di lavoro, considerando sia gli effetti diretti che quelli indiretti, con ricadute importanti soprattutto nei settori di "finanza e consulenza" (23%), "commercio e turismo" (21%), "formazione e cultura" (12%), "costruzioni e infrastrutture" (10%) e "altri servizi pubblici e privati" (10%).
Il ruolo delle regioni italiane
Il fabbisogno di lavoratori non sarà equamente distribuito sul territorio nazionale. La Lombardia guiderà la domanda, con un fabbisogno stimato di 709mila occupati, pari al 18% del totale nazionale nello scenario positivo. Altre regioni con un forte fabbisogno saranno il Lazio (391mila unità), il Veneto** (326mila unità), l'Emilia-Romagna (325mila unità) e la Campania (312mila unità).
L’importanza crescente dei lavoratori immigrati
Un aspetto centrale che emerge dal rapporto è il crescente ruolo dei lavoratori immigrati nel mercato del lavoro italiano. Secondo le stime, fino a un lavoratore su cinque potrebbe essere di origine straniera, con un fabbisogno complessivo di circa 640mila lavoratori immigrati nel prossimo quinquennio. Settori come l’agricoltura e l’industria dipenderanno maggiormente dalla forza lavoro straniera, con percentuali rispettivamente del 35% e 28%. A livello di filiera, i settori più interessati saranno quelli della moda (45,7%), della mobilità e logistica (33%), dell'agroalimentare (32,1%) e delle costruzioni (29,4%).
Le competenze richieste: formazione tecnica e universitaria in primo piano
In termini di competenze, il rapporto evidenzia la crescente domanda di personale altamente qualificato. Tra il 37-38% del fabbisogno occupazionale riguarderà professioni che richiedono una formazione terziaria, come una laurea o un diploma ITS Academy. Parallelamente, una quota significativa, pari al 47-48%, richiederà competenze tecniche e professionali di livello secondario.
Conclusioni
L’analisi del fabbisogno occupazionale italiano per il quinquennio 2024-2028 mette in evidenza un mercato del lavoro in forte evoluzione, influenzato sia dai fondi del PNRR che dall'esigenza di sostituire i lavoratori in uscita. In questo contesto, i lavoratori immigrati giocheranno un ruolo fondamentale, contribuendo significativamente a soddisfare le richieste del settore privato, soprattutto in ambiti strategici come l’agricoltura, l’industria e le costruzioni.
fonte: Unioncamere