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Cosa nascondono gli abissi? Un viaggio nel cuore dell’inquinamento marino

Quando si parla di inquinamento marino, l'immagine che emerge immediatamente è quella di rifiuti galleggianti: bottiglie di plastica, sacchetti e altri detriti che devastano il panorama delle nostre acque. Tuttavia, ciò che non vediamo può essere altrettanto, se non più, devastante. I fondali marini, spesso lontani dai riflettori, celano un'emergenza silenziosa ma grave. Cosa si nasconde sotto la superficie?

Lo stato di salute dei fondali marini

I fondali marini sono un accumulo di rifiuti che vanno ben oltre la plastica visibile: metalli pesanti, scarti industriali e rifiuti chimici si sedimentano, distruggendo habitat e avvelenando flora e fauna marina. L’impatto non è solo ambientale: le sostanze inquinanti risalgono la catena alimentare, con gravi conseguenze per l’uomo.

Attrezzi da pesca abbandonati: un problema invisibile ma devastante

Tra i principali responsabili dell’inquinamento sommerso ci sono gli attrezzi da pesca e acquacoltura abbandonati o persi. Questi “fantasmi” continuano a intrappolare e uccidere creature marine per anni, un fenomeno noto come ghost fishing. Si stima che questi rifiuti rappresentino una quota significativa dell'inquinamento marino globale.

Il progetto “Ghost Nets” di ISPRA: una risposta concreta

Per far fronte a questa crisi, ISPRA ha avviato il progetto “Ghost Nets”, che prevede il recupero e il conferimento degli attrezzi da pesca abbandonati. Il progetto è gestito da un Raggruppamento Temporaneo di Imprese composto dal Consorzio Castalia SCpA, dal CoNISMa (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare) e dalla Fondazione MareVivo.

Le fasi del progetto: dalla ricognizione alla rimozione

Attualmente nella fase preliminare, “Ghost Nets” si concentra sulle indagini marine attraverso una pre-survey, ovvero una ricognizione delle aree da ripristinare per pianificare le operazioni di rimozione. Le aree interessate includono:

  • Area marina protetta del Plemmirio (Siracusa)
  • Area marina protetta della Gaiola (Napoli)
  • Mar Piccolo (Taranto)

Questi interventi mirano a ripulire i fondali e prevenire ulteriori danni ambientali, restituendo vita e funzionalità agli ecosistemi marini.

Le conseguenze silenziose di un problema visibile

L’inquinamento marino non riguarda solo l'ambiente: ha implicazioni dirette per la nostra salute e il nostro benessere. La contaminazione della catena alimentare marina, la perdita di biodiversità e l'alterazione degli ecosistemi sono solo alcune delle conseguenze. Investire in progetti come “Ghost Nets” è essenziale per mitigare i danni e garantire un futuro sostenibile per il nostro mare e per noi stessi.

L'importanza di essere in prima linea per il mare

Interventi come quelli previsti dal progetto “Ghost Nets” rappresentano un modello virtuoso di collaborazione tra enti pubblici, privati e organizzazioni no-profit, dimostrando che è possibile agire concretamente per la tutela dell’ambiente marino. Realtà di eccellenza come il Consorzio Castalia, il CoNISMa e la Fondazione MareVivo svolgono un ruolo cruciale, mettendo a disposizione competenze, risorse e passione per affrontare sfide complesse come l’inquinamento dei fondali. La loro presenza in prima linea non solo rafforza la lotta contro il degrado ambientale, ma ispira anche una nuova consapevolezza collettiva sull'importanza di proteggere i mari, risorse vitali per il nostro pianeta e per le generazioni future.

 

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