5 per mille: cos’è e come funziona
La legge italiana prevede la possibilità di destinare una piccola percentuale delle imposte a enti benefici attraverso il cosiddetto 5 per mille. Questa opzione consente ai contribuenti di supportare con le proprie tasse organizzazioni no profit, enti di ricerca, associazioni culturali e altre realtà che operano per il bene comune.
Che cosa è il 5 per mille?
Prima di analizzare come funziona il 5 per mille è bene capire cos’è. In sintesi, si tratta di una frazione dell’imposta IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) che i contribuenti possono destinare a enti del Terzo settore, come ad esempio Medici Senza Frontiere.
In sede di dichiarazione dei redditi, ogni cittadino può scegliere a chi destinare questa quota indicando l’ente scelto. Questo non comporta alcun costo aggiuntivo per il contribuente, poiché è una parte delle imposte già dovute allo Stato. Il 5 per mille rappresenta quindi un’importante fonte di finanziamento per le organizzazioni che svolgono attività di utilità sociale, che non toglie nulla al patrimonio del contribuente.
A quanto ammonta il 5 per mille?
Come è facile intuire dal nome, il5 per mille rappresenta una frazione pari allo 0,5% dell’IRPEF del contribuente. Per calcolare l’importo, pertanto, si parte dall’imposta netta dovuta, che viene poi moltiplicata per 0,005. In alternativa, si può moltiplicare il valore dell’imposta per 5 e successivamente dividere il risultato ottenuto per mille. Ad esempio, se l’imposta netta è di 4000 euro, il calcolo del 5 per 1000 sarà di 20 euro.
Come devolvere il 5 per mille?
Esistono tre modalità principali per destinare il 5 per mille, a seconda della situazione lavorativa del contribuente.
I lavoratori dipendenti e i pensionati, ad esempio, possono avvalersi dell’apposita scheda nel modello 730. I titolari di redditi da impresa o lavoro autonomo, con partita IVA, devono invece utilizzare il modello Redditi (precedentemente noto come modello Unico) per effettuare la loro scelta. Anche chi non è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi può comunque destinare il proprio 5xmille. In questo caso, è possibile farlo tramite la scheda allegata alla Certificazione Unica (ex CUD).
In tutti e tre i casi, il contribuente può sostenere un ente del Terzo Settore inserendo semplicemente il codice fiscale dell'organizzazione scelta nella sezione “Sostegno degli enti del Terzo Settore”, situata in alto a sinistra della scheda, ed apponendo la propria firma.
Qual è la differenza tra 8 e 5 per mille?
In molti si chiedono qual è la differenza tra l’8 e il 5 per mille. Ebbene, si tratta di due strumenti distinti mediante i quali è possibile destinare una parte delle imposte a specifiche finalità.
L’8 per mille è stato introdotto per poter finanziare le confessioni religiose e lo Stato. Ciò vuol dire che è stato introdotto per supportare le attività di culto, il sostentamento del clero e iniziative sociali promosse dalle chiese. Può essere devoluto a confessioni religiose come ad esempio la Chiesa cattolica, quella Evangelica, la Tavola Valdese, l’Unione Comunità Ebraiche Italiana e altre ancora.
Il 5 per mille, invece, è destinato essenzialmente ad enti laici e a finalità che siano socialmente utili come ad esempio quelle poste in essere dagli Enti del Terzo Settore, organizzazioni di volontariato, associazioni sportive, enti di ricerca scientifica e sanitaria e molte altre ancora.
Altro aspetto importante è che i due strumenti in esame non si escludono a vicenda. È possibile destinare entrambi, scegliendo beneficiari. Infine, il 5 per mille può essere destinato solo su base volontaria (cioè è necessario un atto di volontà da parte del contribuente in sede di dichiarazione dei redditi) mentre l’8 per mille viene comunque assegnato, anche se il contribuente non lo sceglie, e ripartito equamente tra i vari beneficiari.