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Avviare un'attività in Italia: il quadro tra burocrazia, incertezze e resilienza

Avviare una propria attività, trasformare un'idea in realtà e muoversi autonomamente nel mercato è un'aspirazione diffusa.

Tuttavia, nell'attuale scenario economico globale, segnato da incertezza e dal rischio recessione (come indicato da analisi recenti), la domanda cruciale è: vale davvero la pena fare impresa in Italia oggi? Dopo il rimbalzo post-pandemico, le principali economie hanno rallentato, colpite da crisi energetiche, inflazione e conseguenti rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali (BCE, Fed). Questo ha aumentato il costo del denaro, frenando investimenti e consumi. Decidere di intraprendere in Italia richiede quindi un'analisi lucida, che soppesi ostacoli e opportunità.

Il contesto italiano: luci e ombre per gli imprenditori

L'Italia presenta un quadro economico sfaccettato. Da un lato, le stime Istat per il 2023 indicavano una lieve crescita del PIL (+1,2%), mentre l'Eurozona entrava in recessione tecnica. Dati incoraggianti provenivano anche dal mondo del lavoro a fine 2022, con più occupati e meno Cassa Integrazione. Dall'altro, la produzione industriale era prevista in contrazione, in linea con l'Europa. 

Il peso del caro energia, pur diminuito dai picchi del 2022, resta rilevante. Inoltre, l'Italia risente delle tensioni sulle catene di approvvigionamento globali e delle difficoltà economiche di partner come la Cina. Questo contesto si innesta su un passato glorioso per l'imprenditoria italiana – dai grandi marchi del dopoguerra capaci di conquistare il mondo – ma che oggi presenta sfide indubbiamente maggiori per chi inizia.

Gli ostacoli sul percorso: burocrazia, fisco e mentalità

Oltre alle contingenze economiche, chi fa impresa in Italia affronta sfide strutturali note. La burocrazia è un ostacolo primario. L'avvio di un'azienda richiede settimane per completare un iter complesso: partita IVA, Registro Imprese, Camera Commercio, Comune, INPS, INAIL, più eventuali permessi specifici. Si aggiunge una pressione fiscale tra le più alte a livello internazionale, che erode i margini, specie all'inizio. 

Le difficoltà non sono solo amministrative. Esiste una componente culturale, un'avversione al rischio spesso più marcata in Italia che altrove. Il fallimento è vissuto come stigma personale, non come lezione, diversamente dalla Silicon Valley, dove un "second time founder" è ben visto. Questa mentalità, unita alla carenza di formazione imprenditoriale specifica nel sistema accademico e allo stigma sull'età (l'idea che si faccia startup solo da giovani), frena molti talenti.

Affrontare la sfida finanziaria: pianificazione e supporto

Il reperimento dei capitali è un nodo cruciale. L'Italia sconta un ritardo negli investimenti in venture capital rispetto ad altri Paesi UE (solo 2,1% del totale europeo nel 2023). Avviare un'attività comporta costi iniziali che, pur variabili, raramente scendono sotto i 20.000 euro. 

Serve dunque una pianificazione finanziaria meticolosa, parte di un business plan solido, e l'esplorazione di ogni fonte di finanziamento. Qui entra in gioco la finanza agevolata, strumento strategico fondamentale. Si tratta di misure (bandi, contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati) offerte da enti pubblici (UE, ministeri, regioni, Camere di Commercio) per sostenere le imprese.

Accedervi, però, è complesso: richiede monitoraggio normativo, capacità di interpretare i requisiti e presentare progetti validi. Per questo, molte imprese si affidano a consulenti esperti. Realtà specializzate come Golden Group supportano le aziende nell'identificare le opportunità più adatte e nel gestire l'iter burocratico, aumentando le possibilità di ottenere i fondi.

Dall'idea all'azione: passi fondamentali per l'avvio

Definito il piano finanziario, il percorso richiede altri passaggi fondamentali. Si inizia con la validazione dell'idea: capire se esiste un mercato, analizzare la concorrenza e identificare un bisogno reale dei clienti, prima di investire somme ingenti. Questo si può fare anche con risorse limitate. Segue la redazione di un business plan dettagliato, mappa strategica che definisce obiettivi, target, operazioni e proiezioni.

Essenziale è anche un piano di marketing mirato per farsi conoscere nel mercato competitivo. Non meno importante è costruire un network: fare impresa richiede supporto; circondarsi di competenze complementari, mentori e partner è vitale. Infine, la formazione continua e la scelta oculata della forma giuridica più adatta (con supporto professionale) sono azioni preliminari decisive.

Oltre le difficoltà: la motivazione e il valore dell'intraprendere

Di fronte a tante sfide, cosa spinge a intraprendere? Spesso non è la ricerca di ricchezza, ma una profonda motivazione intrinseca: il desiderio di costruire qualcosa di proprio, valorizzare il proprio potenziale, sfuggire a routine limitanti. È quell'idea che non lascia dormire.

Sarà sempre facile trovare scuse per non iniziare, ma è la forza del "perché" interiore a dare l'energia per superare gli ostacoli. Il percorso imprenditoriale richiede sacrificio, impegno e resilienza. Tuttavia, le soddisfazioni nel vedere un'idea concretizzarsi, creare valore, definire le proprie regole, possono ripagare ampiamente degli sforzi.

Tornando alla domanda iniziale: vale la pena fare impresa in Italia oggi? Non c'è una risposta semplice. Avviare e gestire un'attività qui presenta sfide significative: contesto macroeconomico volatile, burocrazia farraginosa, pressione fiscale alta, difficoltà nell'accesso a credito e investimenti, cultura non sempre pro-innovazione.

Il successo imprenditoriale in Italia è possibile, ma esige preparazione meticolosa, strategia chiara, gestione finanziaria attenta, forte resilienza e capacità di usare gli strumenti di supporto, come la finanza agevolata. Cruciali sono la consapevolezza del percorso e una motivazione solida. Per chi possiede queste doti e la volontà di mettersi in gioco, l'avventura imprenditoriale in Italia, pur aspra, può essere gratificante e ricca di crescita. "Vale la pena" per chi è pronto ad affrontare la maratona sapendo che ogni passo, anche il più duro, avvicina alla meta.

 

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