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Nuovo decreto ristori: scostamento sale a 32 miliardi di euro

Dovrebbe essere ultimo scostamento di bilancio che il Governo chiede al Parlamento per contrastare la pandemia. Gualtieri chiede una valutazione ex post sui ristori al fine di ripianare chi per effetto del parametro utilizzato è stato penalizzato. Con il Decreto Ristori 5 in arrivo si abbandona la logica di ristorare le imprese in base al colore della regione e dei codici ateco, si utilizzerà il parametro dell'effettiva perdita registrata a causa del Covid. Prevista l'estensione dei contributi a fondo perduto ai liberi professionisti, anche quelli iscritti agli Ordini.

Dopo l’audizione sullo scostamento di 32 miliardi di disavanzo aggiuntivo del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, dove ha rappresentato  come sia necessario  «un intervento perequativo» con una «valutazione ex post che possa prendere un intero anno», e quindi rendersi conto che il confronto fatto per i ristori valutando solo le differenze tra aprile 2020 e quello del 2019 - che ha prodotto più di qualche ingiustizia n.d.r. - debba essere migliorato, è arrivato il il via libera di Camera e Senato.

«È evidente - così Gualtieri nellaudizione - che con la rapidità dei ristori ci sono casi in cui il metro di comparazione ha prodotto delle ingiustizie, quindi una valutazione ex post che possa valutare l'intero anno, che possa sommare quello che si è avuto e quello che non si è avuto, numeri alla mano, ci consente di ripianare quelle eventuali limitazioni o situazioni di penalizzazione che ci possono essere state. Questa è una delle cose che vogliamo fare, anche con il contributo del parlamento».

Durante la sua esposizione il Ministro, ribadendo che quello messo in campo è uno degli interventi più rilevanti d'Europa e paragonabile solo a quello messo in campo dalla Germania, ha dato anche alcuni numeri che fotografano lo stato dell’arte, ricordando che «complessivamente sono state varate misure pari a circa il 6,6% del Pil, 108 miliardi, a cui si aggiungono 300 miliardi di crediti oggetto di moratoria e 150 miliardi di prestiti garantiti».

Dovrebbe trattarsi dell’ultimo scostamento di bilancio che il Governo chiede al Parlamento per contrastare la pandemia, o almeno questo quanto emerge dalla dichiarazione fatta dal Ministro Gualtieri.

Fatto anche un bilancio sulle risorse messe in campo dal Governo per le imprese, che hanno beneficiato, considerando anche gli interventi fiscali, di interventi per oltre 48 miliardi, per il lavoro e sociale a cui sono andate risorse per 35 miliardi, oltre gli 8 miliardi per la sanità, i più di 12 per gli enti territoriali e i 4,5 per i servizi pubblici e sociali.

Novità in arrivo, grazie allo scostamento di bilancio, anche sul fronte della CIG con la previsione della proroga per le imprese in difficoltà anche se si è in attesa di avere chiarimenti su quali parametri e caratteristiche dovranno esserci per beneficiarne.

In valutazione anche, non nascondendo la complessità della materia, la possibilità di prolungare ulteriormente il blocco dei licenziamenti per i settori più fragili e colpiti e tornare invece alla normalità per i settori che sono meno impattati dalla pandemia.

Il nuovo Decreto Ristori 5, che secondo quanto dichiarato dovrebbe essere "partorito" entro fine mese, prevede contributi e sgravi fiscali a tutte le attività che riusciranno a provare un certo calo di fatturato. Non è ancora fissata la soglia, ma potrebbe essere più alta del 33% utilizzata sinora per tener conto delle risorse disponibili.

La finestra temporale per dimostrare le perdite prenderà in considerazione l’intero anno 2020 oltrepassando il criterio utilizzato fino ad ora, ovvero la differenza di fatturato tra aprile 2019 e aprile 2020, superato anche il requisito dei codici Ateco e non si terrà conto del “colore” della regione di appartenenza.

Il Decreto Ristori 5 annovera tra i beneficiari anche i professionisti con cassa iscritti agli Ordini, ma decisamente ancora poco chiari i requisiti e i parametri su cui calcolare i contributi in virtù di ciò che effettivamente hanno perso a causa della pandemia.

Mentre le partite IVA, che hanno subito un calo del fatturato nel 2020, potranno contare su un bonus a fondo perduto, da parte dell’INPS, di 1000 euro, a condizione che:

  • siano in possesso della partita IVA da almeno 3 anni;
  • siano in regola con i contributi INPS;
  • abbiano un reddito inferiore a 50mila euro all’anno.

Anche ai lavoratori stagionali, gli intermittenti, gli occasionali e gli autonomi privi di partita IVA, e, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, si prevede un indennizzo, da parte dell’INPS, di 1000 euro, purché:

  • siano stati titolari di contratti autonomi occasionali nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2019 e il 29 ottobre 2020.
  • siano iscritti alla Gestione separata dell’Inps con accredito di almeno un contributo mensile (sempre nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del Decreto Ristori).

Inoltre, nel Decreto Ristori 5 si prevede anche l’introduzione della rottamazione quater delle cartelle esattoriali e un nuovo saldo e stralcio, oltre alla proroga Naspi, Dis-Coll e Rem.

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