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Anna Rita Montanaro: incomprensibile penalizzazione del commercio

Dal 26 aprile, di fatto, l'Italia riapre solo sulla carta. Il commercio è sempre più in ginocchio.  

Il tanto atteso decreto Legge sulle riaperture, a partire dal 26 aprile, di fatto rischia di aver generato solo tante speranze che resteranno puntualmente disattese.

Le attività commerciali, in particolare, continuano ad essere ingiustamente considerate come la causa del diffondersi del virus. Non si spiega diversamente l’accanimento con cui si continua a colpire questo settore, di fatto paralizzato da oltre un anno.

In realtà, anche per le zone gialle (la Puglia purtroppo è ancora lontana da questo traguardo) non sono state introdotte le novità sperate. E’ come se la campagna di vaccinazione, insomma, non fosse mai iniziata e se l’annullamento dei contatti fosse rappresentato solo dalle saracinesche abbassate.

In realtà, i fatti dimostrano che la situazione è ben diversa. L’introduzione delle “zone” è stata differente rispetto al lockdown di marzo del 2020, quando ai negozi chiusi facevano da sponda la chiusura totale delle scuole, controlli serrati nei confronti di chi veniva fermato per strada ed un ricorso massiccio allo smart working.

Questa volta, invece, anche nelle zone rosse la gente ha continuato a circolare liberamente ed i contagi non sono diminuiti nella misura sperata, con il conseguente intasamento delle terapie intensive e dei reparti covid. Proprio per questo risulta assolutamente incomprensibile la ennesima, prolungata penalizzazione del commercio.

Ne consegue che tantissime attività (a partire da bar, ristoranti, pub) hanno chiuso definitivamente, mentre tanti altri stanno per farlo. E la causa va ricercata proprio nell’incertezza sul futuro.

Il decreto appena varato, infatti, ha validità fino al 31 luglio e pensare di poter arrivare a quella data con il coprifuoco fissato alle ore 22 e con tutte le altre limitazioni cancella ogni illusione di ripresa.

Per non parlare, poi, del turismo. Il mercato estero sta decidendo di puntare su altre nazioni, a partire dalla vicina Grecia, dove limitazioni di questo tipo non esistono.

E i danni saranno gravissimi per l’intera economia nazionale. Certo, l’incubo del covid esiste e non lo si cancella dalla mattina alla sera. Ma, a nostro parere, esiste certamente un punto di equilibrio tra salute e lavoro e va individuato in una ricerca immediata dei veri fattori di rischio che non possono essere certamente quelli delle attività commerciali dove le regole si rispettano, eccome!

Del resto, i presidenti delle Regioni lo hanno ben capito nel momento in cui hanno rappresentato al Governo una situazione sotto controllo. Ma a Roma si continua a tirare la corda, pur nella consapevolezza che sta davvero per spezzarsi.

 

Anna Rita Montanaro

Presidente Confcommercio Brindisi

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