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Alessandro Pollak: si vince per costruire, ma occorre partecipazione

Il presidente dell’Unione Nazionale Organizzatori Eventi traccia le prospettive di 712.000 imprese di settore.

Il 26 aprile ci vede davanti a una diversa prospettiva. Fino a poco fa non avevamo nemmeno quella. Torniamo vittoriosi da tre battaglia a livello regionale, prima nel Lazio, poi nel Veneto e ora in Sicilia.  Avevamo chiesto l’equiparazione delle mostre mercato, dei mercati artigianali e antiquari a tutti gli altri mercati. Un paradosso assurdo ci vedeva accomunati alle fiere e le sagre, anch’esse eventi, ma con una gestione del pubblico più numerosa e difficilmente contingentabile per la messa in sicurezza.

Quindi sì, sarà molto complicato per noi programmare, organizzare un evento in un luogo, investire in marketing e pubblicità, prenotare allestitori e infrastrutture senza sapere se improvvisamente quel territorio non sarà più “giallo”, rischiando di buttare al vento le nostre ultime risorse. Tuttavia se non siamo flessibili, se non osiamo, siamo destinati a scomparire. Dunque io chiedo, al pari, alle Istituzioni, la stessa flessibilità, la possibilità di riprogrammare, di aiutarci in casi come questi, con incentivi anche di mera defiscalizzazione, di sostegno sui bandi, di snellimento burocratico.  

La salute è importante, ma è importante anche lavorare. Senza lavoro si perde la dignità umana, e il Paese rimane senza risorse, si aprono spaccature sociali che non portano nulla di buono nel loro riflesso sull’economia. Fra l’altro chi lavora nel nostro ambito preserva, di solito, le filiere più preziose, quelle dell’artigianato, dell’antiquariato, del prodotto tipico di qualità; tramanda gli eventi storici e folkloristici.

Nulla di tutto questo è sostituibile con la digitalizzazione che per noi organizzatori di eventi è puro complemento seppur indispensabile.

Sono oltre 712.000 imprese dirette coinvolte negli eventi, senza contare gli espositori, l’indotto generato intorno  a queste attività produttive nei servizi.

Gli organizzatori eventi e comparti produttivi collegati di convegni e fiere sono 354.999 in Italia, le attività di supporto alle rappresentazioni artistiche come spettacoli ed eventi dal vivo, ma anche le sfilate di moda sono 5.917, gli organizzatori di feste e cerimonie, le imprese di wedding planning sono 349.606, gli  organizzatori di eventi sportivi e di intrattenimento, i gruppi di animazione, gli organizzatori di eventi di hobbistica e collezionismo (tra cui moltissime associazioni culturali) sono 2.049. Tutti questi rientrano nei codici Ateco iscritti all’UNOE.

Concepire dei sostegni e politiche di indirizzo per un settore così vario è veramente difficile senza la partecipazione di associazioni come la nostra, che vanno a fondo sulle reali necessità del comparto.

Noi siamo persone molto semplici, la cosiddetta “base” dell’economia italiana, quella delle micro e piccole imprese, quindi è sulle norme, che da imprenditori, vogliamo si intervenga ove possibile.

La nostra necessità è che si eviti l’arbitrarietà a favore delle partecipazione, il nostro intento è costruire assieme, non distruggere quel poco che ci è rimasto dopo questa pandemia.

 

Alessandro Pollak

Presidente Unione Nazionale Organizzatori Eventi

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