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Ivana Jelinic: ripartire sì ma programmando

Unità di intenti e dialogo occorrono tra imprese e Istituzioni, ma anche all’interno del Governo che deva agire a livello economico, di sicurezza e diplomatico.

La riapertura è per le imprese del turismo una possibilità di respirare. Tuttavia non vorrei vedere replicata l’esperienza della scorsa estate che ci ha fatto trovare a ottobre in una situazione anche peggiore, perché le poche risorse che avevamo si sono esaurite, e come molti sanno, sono ancora in pagamento i ristori relativi al periodo febbraio-agosto 2020, per gli operatori turistici e le agenzie di viaggio che hanno aderito al quell’unico bando.

Il Turismo su base Istat ha perso il 44,8% della vacanze leisure e il 67,9% dei viaggi di lavoro; i viaggi in Italia nel 2020 hanno segnato una flessione del 37,1%, e i viaggi all’estero dell’80%.

Quando mi chiedono quanto hanno perso le agenzie di viaggio non posso dare una percentuale, perché abbiamo perso quasi tutto: abbiamo lavorato per due mesi senza un prodotto da vendere, se non il turismo di prossimità, in località spesso raggiunte con mezzi propri.

Si sta replicando lo scenario dello scorso anno: case in affitto, spostamenti di prossimità, crollo dell’indotto, perché con il coprifuoco difficilmente sarà possibile la cena al ristorante e la passeggiata per lo shopping lungomare.  Ci si sentirà sempre un po’ prigionieri e non in vacanza. Non si potranno fare i matrimoni festeggiandoli la sera, e quindi i viaggi di nozze, un business essenziale in agenzia di viaggi.

Nonostante ciò invoco il rispetto delle regole, perché se non ci adatteremo, nonostante i vaccini, potremo trovarci ad ottobre in una situazione non solo di crisi economica, ma anche sociale, gravissima.

Cominciano ora i suicidi, i fallimenti, comincia ad affacciarsi lo spettro della svendita delle nostre imprese, del nostro patrimonio più importante, unico, quello del turismo, alle grandi multinazionali, se non peggio, alla malavita. Secondo l’indagine di Demoskopika appena uscita ammonterebbe a 2,2 miliardi di euro, il giro d’affari della criminalità organizzata italiana derivante dall'infiltrazione nell'economia legale del settore turistico italiano.

Dunque non c’è salvezza se non ci si viene incontro.  

I ragazzi, i nostri turisti del futuro, partiranno. Andranno dove saranno invitati, dove è più facile essere in sicurezza.

Da mesi i Paesi limitrofi si stanno preparando. Il Ministro Garavaglia ci ascolta in questo, anzi, vorrebbe un green pass prima di quello europeo, un’apertura al 2 giugno. Ma queste date presuppongono programmazione e soprattutto unità d’intenti, sostegno nella pianificazione.

Viviamo di scambi internazionali. Gli USA ci hanno appena etichettato con uno sconsiglio per terrorismo e contagi. Avevamo appena investito sui voli Covid tested verso questo Paese. Non possiamo rischiare più, occorrono politiche sistematiche e integrate, dialogo, un Governo in cui il ministro della Salute ascolti quello dell’Economia e Finanza, degli Esteri e del Turismo e in cui tutti si vengano incontro.

Come potremo vendere all’estero un itinerario di viaggio in Italia programmando in base a colori variabili delle Regioni? Come potremo proporre una vacanza su un corridoio aperto quando improvvisamente arrivano nuove quarantene?

Ancora una volta ci troviamo di fronte a vacanze stanziali, chiusi in case o villaggi. Per carità, va benissimo. Ma è necessario capire che si tratta di un aspetto minimo di fronte a un potenziale immenso. Per molti il turismo è la spiaggia con la sdraio al mare. Il turismo è molto di più. Ed è proprio su questo “di più” che si sviluppa il nostro mestiere, la nostra professionalità, la nostra economia di filiera. Noi siamo consulenti, noi siamo professionisti. Abbiamo bisogno di accompagnare e programmare, come ogni tipo di impresa.

Quindi siamo contenti di ripartire, ma abbiamo bisogno di un continuo ascolto sia sulle difficoltà che sulle prospettive. E vorremmo, allo stesso tempo, che chi ci governa comprendesse le istanze di ogni dicastero per una visione comune, di indirizzo, senza cui l’economia è impossibile come scienza su cui fondare il nostro operato.

 

Ivana Jelinic 

Presidente FIAVET-Confcommercio

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