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Paola Cavallero: sfide e opportunità del perseguimento degli SGDs

Un approccio basato sul concetto di sviluppo sostenibile e innovazione risponde alle esigenze delle generazioni attuali senza compromettere la capacità di quelle future di soddisfare le loro.

Nello scenario globale  le imprese devono cogliere l’opportunità di essere parte di un cambiamento verso il raggiungimento di una maggiore sostenibilità globale (economica sociale, energetica, ambientale) e di innovazione, per accedere a nuove opportunità di mercato e all’implementazione di best practice e strategico. Per l’implementazione dell’Agenda 2030 occorre dunque una visione lungimirante: gli Obiettivi ‘universali’ di Sviluppo Sostenibile sono complessi e relativi a problematiche come il cambiamento climatico, il consumo sostenibile, l’innovazione in tutti i campi e l’importanza di assicurare pace e giustizia a tutti.

Nell’ambito dello sviluppo di un’economia sana e prospera nel lungo periodo l’Agenda considera l’impresa uno dei soggetti più importanti per l’attuazione dei 17 Obiettivi: “l’attività imprenditoriale privata, gli investimenti e l’innovazione rappresentano i motori principali della produttività, di una crescita economica inclusiva e della creazione di posti di lavoro. Riconosciamo la varietà del settore privato, che varia dalle micro imprese alle cooperative, e alle multinazionali. Invitiamo tutte le imprese ad impiegare la loro creatività e la loro innovazione, al fine di trovare una soluzione alle sfide dello sviluppo sostenibile”. Il suo carattere fortemente innovativo sta proprio nel fatto che viene superata l’idea che la sostenibilità sia solo una questione ambientale e si afferma una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo. Per le aziende il mancato perseguimento e mantenimento della ‘rotta’ delineata equivale - specie in questo momento di crisi sistemica conseguente all’emergenza pandemica - a perdere competitività, ad escludere nuovi mercati e possibilità di crescita.

Le imprese hanno compreso la necessità di essere maggiormente innovative per rispondere alle mutate esigenze dei consumatori, modificando i sistemi di corporate governance, soprattutto in tema di meccanismi di nomina e remunerazione dei CdA, i sistemi di controllo sui rischi (soprattutto nell’ambito delle quotate), implementando competenze digitali e green  orientandosi verso processi produttivi a basso impatto ambientale, basati sull’economia circolare, spingendo verso il lavoro agile con effetti positivi sia sull’ambiente, con la riduzione di emissioni di CO2, sia sui livelli di conciliazione vita-lavoro, dunque, di benessere sociale.

Sviluppo sociale, salvaguardia ambientale e, più in generale, politiche ESG diventano driver di scelta per gli investitori. Ecco perché occorre avviare un percorso di rendicontazione sulle tre componenti della sostenibilità (impatti ambientali, impatti sociali e impatti di governance/economici) secondo la logica ESG, così come conoscere l’evoluzione della normativa europea, in particolare la tassonomia finanziaria sui criteri di valutazione di sostenibilità delle aziende. 

L'utilizzo degli SDGs come criterio di investimento in società responsabili e sostenibili, in grado di attrarre nuova finanza

Le imprese vivono una forte pressione per portare a casa valore e un impatto sociale-ambientale positivo per tutti gli stakeholder: la soddisfazione delle loro aspettative si traduce in un cambio di paradigma nei loro comportamenti che consente di aumentare le performance finanziarie.

Le imprese sono dunque chiamate alla messa in atto di vision, valori e concrete azioni quotidiane in grado di generare un’innovazione sociale e ambientale, lo sviluppo tecnologico e collaborazioni multistakeholder. Dovranno allineare agli SDGs una precisa strategia più inclusiva, equa e sostenibile che preveda una maggiore sensibilizzazione degli stakeholder esterni ed interni, un reporting, l’integrazione della pianificazione sul piano della finanza, di nuove partnership, dell’innovazione tecnologica, di un migliore utilizzo dei dati e trasformazione digitale.

Naturalmente la diffusione dei dati non deve rispondere a un mero e disinvolto calcolo di convenienza, per accreditarsi ad ogni costo come azienda "sostenibile" e conseguire un posizionamento e benefici in termini di immagine e, quindi, di fatturato al di là delle reali strategie (greenwashing).

Gli effetti del cambiamento climatico sono considerati sempre più rilevanti per la stabilità dei sistemi finanziari

Le aziende sono sempre più attente al tema della finanza con obiettivi ESG che rivestono un ruolo fondamentale nella transizione dell’attuale modello economico verso uno più sostenibile.

Oggi più che mai la strategia di sostenibilità è integrata nelle scelte di business, con obiettivi chiari e solidi. Le imprese stanno mettendo in atto delle scelte di investimento responsabili sulla base dei principi ESG, visti ormai come importanti criteri di valutazione della condotta etica delle realtà aziendali. Quegli strumenti di finanziamento pubblici o privati (come i Green Bond), quindi, per realizzare opere e iniziative che generano impatti positivi per la società e l’ambiente.

Per le aziende l’implementazione strategie di investimento responsabile, che includono prodotti finanziari che tengono in considerazione anche criteri ambientali, sociale e di governance della sostenibilità, significa considerare una serie di diversi obiettivi e fattori che comportano dei rischi legati a un cambiamento, sia lato profitto sia lato identità all’esterno e all’interno dell’organizzazione.

Negli ultimi anni il mercato della finanza sostenibile è cresciuto in maniera esponenziale, a livello globale, europeo e livello italiano, con un numero crescente di operatori che ricorrono ai criteri ESG.

La finanza dedica, infatti, sempre maggiore attenzione alla sostenibilità e ciò ne conferma la convenienza, sia per le imprese che per gli investitori istituzionali, come le banche centrali: a maggio 2019 la Banca d’Italia ha deciso di aumentare il peso attribuito ai fattori di sostenibilità ambientale e sociale nelle strategie di investimento, mentre Cassa Depositi e Prestiti ha incluso nella sua attività la concessione di finanziamenti a favore degli investimenti per la promozione dello sviluppo sostenibile.

Ed in questo quadro di riferimento si inserisce la discussione sull’evoluzione normativa europea in tema di finanza sostenibile, degli investimenti che servono alla transizione verso un'economia neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio, l’impatto sulle imprese e la focalizzazione sul ruolo della finanza pubblica e privata (sostenibile) all’interno del Next generation Eu e del PNRR.

Un ruolo preminente nello scenario globale, oltre alle Nazioni Unite, rivestono gli impegni assunti dall’Unione Europea che ha posto il perseguimento degli SDGs al centro delle proprie politiche con la presentazione l’11.12.2019 del Green Deal europeo. Il Documento integra ed è funzionale all'attuazione dell'Agenda 2030 e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, e prevede un piano d'azione finalizzato a trasformare l'UE in un'economia competitiva e contestualmente efficiente sotto il profilo delle risorse. Una tabella di marcia per rendere sostenibile l’economia dell’Europa, trasformando i problemi ambientali e la lotta ai cambiamenti climatici in opportunità in tutti gli ambiti. Il Green Deal europeo prevede un programma di azioni per stimolare l’uso efficiente delle risorse, grazie al passaggio a un’economia circolare e pulita, mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici, mettere fine alla perdita di biodiversità e ridurre l’inquinamento. Il 27 maggio 2020 la Commissione europea ha proposto il Recovery Plan che punta a sfruttare il potenziale del bilancio dell’UE ponendo le basi per la transizione ecologica e digitale, rafforzando la competitività, la resilienza e il ruolo dell’Europa come attore globale, mantenendo come paradigma centrale quello della sostenibilità. Le istituzioni europee hanno introdotto diverse misure per aiutare la transizione verso la sostenibilità dell’Unione e le Linee politiche della Commissione Von Der Layen hanno accelerato il processo di transizione ecologica che passa inevitabilmente dalla modifica dei processi di produzione e consumo, ma anche per i comportamenti concreti della PA.

La Commissione von der Leyen ha posto l’Agenda 2030 al centro della sua azione e con il Green Deal e il Next Generation Eu si è dotata di strumenti finanziari nuovi per sostenere l’Unione nella lotta ai cambiamenti climatici e nella modernizzazione digitale.

Il programma politico della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen a favore dello sviluppo sostenibile è stato confermato e anzi rafforzato dopo la crisi scatenata dal COVID-19. La scelta di orientare il Next Generation EU alla transizione ecologica, alla transizione digitale e alla lotta alle disuguaglianze e allo stimolo della resilienza economica e sociale è unica nel panorama mondiale”: così aveva commentato il Presidente Pierluigi Stefanini in occasione della presentazione del Rapporto ASviS 2020

Tecnologia, innovazione climatica, sviluppo sostenibile.

Dal Word Economic Forum un monito alla cooperazione a livello globale, quale leva del cambiamento, e all’accelerazione verso un’economia positiva per la natura 

L’11 gennaio 2022 a Ginevra è stato diffuso il Global Risks Report 2022.

"I leader mondiali devono unire le forze e adottare un approccio coordinato tra più stakeholder per affrontare le persistenti sfide globali e sviluppare la resilienza in vista della prossima crisi", ha affermato Saadia Zahidi, Managing Direttore del World Economic Forum.

Lo studio ha preceduto di qualche giorno il Word Economic Forum 2022 che si è svolto dal 17 al 21 gennaio a Davos (https://www.weforum.org/events/the-davos-agenda-2022). Gli esponenti di primo piano della politica e i principali leader dell'economia internazionale, imprenditoriali e della società si sono riuniti per discutere e dibattere sulle complesse sfide economiche, politiche e sociali più urgenti del pianeta. Al centro delle discussioni dell'Agenda 2022 il tema della pandemia, tecnologie della quarta rivoluzione industriale, transizione energetica, innovazione climatica, metriche ESG per un futuro sostenibile, commercio globale, catene di approvvigionamento, inclusività. Il focus del Report sono le quattro aree di rischio emergente, ciascuna delle quali richiede un coordinamento globale per una gestione efficiente: sicurezza informatica, concorrenza nello spazio, transizione climatica e pressioni migratorie. I rischi climatici occupano il primo posto e si evidenzia la necessità di intraprendere un'azione per il clima per costruire imprese, economie, persone, comunità più sane e prospere.

"Man mano che si riprendono dalla pandemia, le aziende stanno giustamente spostando la loro attenzione sulla resilienza organizzativa e sulle credenziali ESG”, ha dichiarato Carolina Klint, Risk Management Leader, Continental Europe di Marsh. Le aziende hanno bisogno di ampliare le conoscenze e le competenze per accelerare i progressi verso la definizione degli obiettivi di riduzione delle emissioni verso quelle nette zero entro il 2050. “Stiamo assistendo all'aumento delle sfide, dalle interruzioni della catena di approvvigionamento, ai cambiamenti tettonici nei mercati del lavoro, ai dati sull'inflazione che preoccupano allo stesso modo i responsabili politici e gli individui. L'anno a venire è cruciale per lavorare insieme, ricostruire la fiducia e plasmare un futuro migliore e più inclusivo per tutti”, ha commentato Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum,” la pandemia ha portato cambiamenti di vasta portata: in un mondo pieno d'incertezza e tensione, il dialogo interpersonale è più importante che mai. I leader hanno l'obbligo di lavorare insieme e ricostruire la fiducia, aumentare la cooperazione globale e lavorare per soluzioni sostenibili e audaci”.

Nella sessione “Accelerating a nature-positive economy for people and planet” Andrew Steer, Presidente e CEO di Bezos Earth Fund, ha sottolineato come “il mondo intero non deve solo diventare ‘a emissioni zero’ entro il 2030, ma ‘fare del bene’ all’ecosistema, fermando la perdita di biodiversità e la deforestazione e inaugurando un approccio che guardi alla rigenerazione e alla circolarità del pianeta”.

Servono investimenti e strategie mirate per trasformare il rapporto con la natura. L’obiettivo di imprese, governi e istituzioni finanziarie è quello di cooperare nell’accelerare un’economia nature-positive, senza attendere che siano i governi a dettare le linee della sostenibilità ambientale.

Paola Cavallero

Senior Associate Lawyer at Mainini & Associati

 

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