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Antonfrancesco Venturini: Roma Capitale locomotiva del Paese con il Recovery Plan

Uno degli obiettivi che dovremmo porci per la ripresa dell’intero Paese è la rinascita della nostra Capitale che deve tornare ad essere una grande metropoli europea ed internazionale di cui sentirsi orgogliosi, locomotiva di tutta la nazione. Il tema delle grandi città è e sarà sempre più centrale, infatti già oggi il 52% circa del genere umano vi vive ed in futuro tale percentuale è destinata a crescere in modo esponenziale.

Le maggiori città-regioni del mondo, che si contano in circa 40, rappresentano il 30% del PIL totale e il 90% dell’innovazione, pur occupando solo il 3% del territorio.

Si prevede che nel 2030 saremo circa 9 miliardi di persone, con un trend sempre più in crescita fino a raggiungere i 10 miliardi nel 2050, e tale aumento della popolazione si concentrerà soprattutto nelle grandi aree urbane tanto che già tra dieci anni è previsto che oltre il 60% della popolazione abiterà nelle grandi città.

Rispetto a tale evoluzione mondiale la nostra Capitale non può trovarsi impreparata né essere il fanalino di coda.

Il tema di Roma non è tanto della città in quanto tale, sia pur importante, unica e con una storia millenaria, ma di essa come Capitale di un grande Paese come il nostro, Capitale che è necessario risorga perché l’Italia intera possa riprendersi dalla grave crisi creata dalla pandemia, che, comunque, si è innestata in un momento storico di certo già non positivo.

I numeri di Roma sono impressionanti, ha una superficie di 1.285 kmq, di cui il 40% è l’agro romano, ha quasi tre milioni di abitanti e 8594 km di strade, quando l’altra grande città italiana con cui spesso si fanno paragoni, Milano, ha un settimo della grandezza ed appena 1703 km di strade.

Essa è il centro urbano con la maggior concentrazione di beni artistici ed architettonici (se ne contano oltre 25.000), oltre ad essere la sede delle istituzioni nazionali, ha ben quattro rappresentanze diplomatiche.

E’ evidente che una tale complessità non può essere governata come un qualsiasi comune italiano ed abbia necessità di un assetto istituzionale del tutto particolare.

Dei piccoli passi sono stati fatti con la Legge Delega sul federalismo fiscale, la n.42/2009 e successivi provvedimenti, ma sono stati solo dei palliativi, disponendo un sistema complesso con una governance soggetta a passaggi con filtri tra Stato, Regione e Provincia/Città Metropolitana, ed, evidentemente, avendo ogni strato istituzionale i propri interessi, il percorso non è stato sempre lineare ed ha scontato le ovvie potenziali, e non solo, conflittualità.

Una vera e propria rivoluzione su tale tema è necessaria, finchè Roma non sarà dotata di poteri tali da essere equiparata ad una regione o, meglio, finchè Roma non diventerà la XXI regione italiana, passando attraverso una legge costituzionale, chiunque andrà a governarla si troverà sempre davanti ad insormontabili difficoltà e, nella migliore delle ipotesi, ad elemosinare il trasferimento di alcune materie del governo del territorio dalla Regione Lazio.

Una grande occasione per la rinascita della Capitale, nonché dell’intero Paese, sono i finanziamenti europei nell’ambito del “Next Generation EU”, lo strumento finanziario da 750 miliardi di euro che, insieme al Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, costituisce la principale risposta europea alla crisi da coronavirus

Il 12 gennaio 2021 il Consiglio dei ministri ha approvato la proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ora al vaglio della Commissione Bilancio, destinato poi alla discussione e approvazione in Parlamento, nel quale poco o nulla si parla di Roma.

Mario Draghi al Senato ha annunciato una revisione del Piano approvato dal precedente Governo, che prevede al momento tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Le azioni di riforma sono orientate verso 5 assi: giustizia, concorrenza, semplificazione, equità, tributi.

Le Amministrazioni e gli organismi titolari dei progetti saranno responsabili della loro attuazione, il tutto nel rispetto dei cronoprogrammi per il conseguimento dei relativi target intermedi e finali. A supporto delle attività di gestione, monitoraggio, rendicontazione e controllo dei progetti la Ragioneria Generale dello Stato dovrà dotarsi di un apposito sistema informatico mentre con DPCM si regolamenterà la modalità della rilevazione dei dati di attuazione finanziaria, fisica e procedurali di ciascun progetto  con particolare riferimento ai costi programmati, agli obiettivi conseguiti, alla spesa sostenuta, alle ricadute sui territori che ne beneficiano, ai soggetti attuatori, ai tempi di realizzazione previsti ed effettivi, agli indicatori di realizzazione e di risultato, nonché a tutti gli altri elementi utili per l’analisi e la valutazione degli interventi. I progetti dovranno essere predisposti secondo quanto stabilito dalla normativa europea in materia e comunque corredati di indicazioni puntuali sugli obiettivi intermedi e finali da raggiungere, verificabili tramite appositi indicatori quantitativi.

Nel PNRR, attualmente in discussione, poco o nulla si parla di Roma, si rinvengono solo alcuni sporadici interventi sul patrimonio artistico-culturale per il Giubileo (restauro e valorizzazione siti minori “Caput Mundi”), su Cinecittà, sull’autostrada Roma/Pescara, sulla Roma/Lido.

L’Amministrazione di Roma Capitale, nell’ottobre 2020, ha predisposto il Piano di Sviluppo resiliente, sostenibile e inclusivo, che contiene 150 interventi disomogenei nei quali difficilmente si riesce ad intravedere una visione della città. Alcuni di essi sono veramente sorprendenti come la funivia e l’acquisto di immobili da destinare a case popolari (2 mld per 10.000 immobili), quando le case popolari a Roma sono quasi 72.000 e si fatica ad avere una vera a propria mappatura certa dell’intero compendio a disposizione, che, comunque, appare sufficiente per il fabbisogno dei cittadini aventi diritto e basterebbe porre in esecuzione i numerosi provvedimenti di sfratto, notificati ma mai eseguiti, nei confronti di inquilini che non hanno mai avuto o non hanno più i requisiti, per far posto agli aventi diritto.

Comunque il dato è che, ancora ad oggi, la maggioranza politica non ha dedicato quell’attenzione particolare alla Capitale che essa merita, così come non esiste un vero e proprio piano organico con una visione della Città per la sua rinascita.

Peraltro è necessario sottolineare che i progetti di investimento che verranno inseriti nel PRNN non solo dovranno essere credibili e coerenti con le indicazioni dell’Unione Europea, ma dovranno essere anche realizzabili e realizzati, il che rende indispensabile disporre di una mappatura dell’efficienza, integrità e trasparenza delle Amministrazioni che quei progetti dovranno portare a compimento.

E questo è un tema che appare decisamente poco presente nel dibattito politico.

Detta mappatura consentirebbe di porre in essere quel programma di rafforzamento della capacità amministrativa, che non solo l’Europa ci chiede ma che è indispensabile per essere sicuri che le Pubbliche Amministrazioni riescano a spendere e spendere bene tutti i fondi che saranno messi a disposizione. 

Una mappatura non fine a se stessa, ma mirata a consentire al Governo di predisporre subito, in parallelo al PNRR, anche un programma di rafforzamento della capacità amministrativa, che l’Europa più volte ci ha chiesto e in assenza del quale Comuni e Regioni rischiano seriamente di non riuscire a spendere, né tanto meno a spendere bene, i miliardi messi a disposizione da Next Generation EU (e non solo quelli).

Ciò consentirebbe di indirizzare i fondi verso le Amministrazioni più virtuose e condizionare gli stessi ad un serio rafforzamento della capacità amministrativa per quelle meno virtuose.

In tutto ciò Roma non sta benissimo, infatti il Rating Pubblico della Capitale risultante da una recente valutazione della Fondazione Etica è di 39 su 100, con un indice di performance insufficiente (poor).

Molto lavoro, quindi, c’è da fare nell’ottica della rinascita della città, ma, per non disperdere energie, è necessario avere una chiara visione di cosa vogliamo essa sia, in quanto anche i più ovvi interventi su mobilità, rifiuti, manutenzione, sicurezza e quant’altro dipendono da quale visione si abbia, si devono costruire strade ben sapendo dove si vuole andare, si deve attrezzare il servizio rifiuti ben sapendo quali rifiuti dovranno essere trattati e così via.

Roma di certo ha una sua vocazione e non credo possa essere altro che quella di una grande Capitale europea e mondiale della conoscenza, della cultura e del turismo, questo è l’obiettivo che dovremmo porci.

 

Antonfrancesco Venturini

Coordinatore Dipartimento Politiche Europee della Regione Lazio di Fratelli d'Italia

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