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Pietro Bonfiglio: la ripresa passa per una rigenerazione urbana

La pandemia che stiamo vivendo configura il momento attuale come un “periodo di guerra”! E come da sempre è stato, alle rovine ed alle sciagure della guerra seguono non solo la voglia e la determinazione di guardare avanti e ripartire, ma anche la ripresa e la ricostruzione.     

La pandemia ha fatto tra l'altro emergere e messo in evidenza anche manchevolezze, disfunzioni ed errori sui quali forse nessuno aveva prima focalizzato l'attenzione, ma che una volta che essa sarà risolta e l’economia comincerà a rimettersi in moto dovranno essere necessariamente affrontate e risolte, senza trascurare i profondi cambiamenti su comportamento sociale ed economico indotti dalla dalla pandemia stessa.

La ri-presa non potrà prescindere, ma anzi dovrà affrontare tra gli argomenti prioritari il tema ambientale e della qualità della vita nelle diverse declinazioni, ove le città e le aree metropolitane saranno sempre più i motori della crescita economica e sociale: in primis ricostruzione e rigenerazione delle aree urbane ove è prevedibile supporre, nei prossimi venti/trentanni, una elevata concentrazione della popolazione, con flussi di inurbamento ai quali si dovrà rispondere non solo in termini di offerta abitativa ma anche di qualità e rispetto ambientale.

La pandemia ha anche messo in evidenza come per troppo tempo abbiamo consumato suolo e urbanizzato enormi superfici come se non ci fosse un futuro o come se fossero risorse inesauribili, trascurando in toto il valore della sostenibilità sopratutto in favore delle generazioni future. Ma oggi non possiamo piu' continuare cosi, dobbiamo cambiare rotta: impedire altro consumo di suolo, rigenerare le città ma anche migliorare le condizioni di vivibilità ed ambientali, riducendo l'inquinamento.

Ma per tutto cio' occorre anche ripensare alla struttura delle città, focalizzando l'attenzione sulla rigenerazione urbana piu' ancora che sulla mera riqualificazione che attiene invece al mondo del costruito.

Ma la pandemia ha anche modificato gli stili di vita e le abitudine delle persone, accelerando nel contempo processi già in atto e non ancora esplosi, quali il lavoro flessibile e l'e-commerce per citarne alcuni. Modificazioni delle quali non si potrà prescindere nelle rigenerazioni e nella ridefinizioni dei nuovi quartieri.

La rigenerazione urbana potrà quindi costituire un motore della ri-presa del paese dopo la  pandemia ma dovrà essere ridefinita e ricalibrata alla luce ed in coerenza di tali modificazioni.

I nuovi quartieri dovranno essere “resilienti”, ossia capaci di adattarsi al  modificarsi del mondo che cambia, ai mutati stili di vita e di lavoro ed alle nuove abitudini degli utenti unendo alla sostenibilità ambientale degli edifici, la salubrità ed il benessere per gli occupanti e la componente tecnologica e digitale nelle diverse declinazioni, sia lavorative che socio-sanitarie, integrandosi con il contesto urbano, la dotazione di servizi e mobilità.     

Questo lo scenario ma sopratutto questo dovrà essere l'impegno ed il percorso da intraprendere anticipando senza indugio la conclusione di questo indesiderata pandemia.

 

Pietro Bonfiglio

Direttore Istituto Ricerca IRSEU

Vice Presidente FILASC

 

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