facebook
twitter
0
linkedin share button

Guido D'Amico: la ricostruzione passa dalla competenza e dagli investimenti

Noi confidiamo in questo Governo. Alcuni segnali sono arrivati: dal turismo, dall’innovazione tecnologica, dal digitale, dalla transizione ecologica. Noi crediamo che il rilancio post Covid debba passare da una massiccia e mirata campagna di vaccinazione, da un pacchetto autorevole e credibile per intercettare le risorse del Recovery Fund. Ma anche dalla capacità di investire davvero sul turismo, sull’artigianato, sul commercio, sulla scuola, sull’ambiente, sulla cultura. La ricostruzione passa dalle competenze. E dal coraggio.

"La ricostruzione sarà inevitabilmente accompagnata da stock di debito destinati a rimanere elevati a lungo". Chi ha pronunciato queste parole? Mario Draghi, quando però non era premier. Quando intervenne al Meeting per l’amicizia fra i popoli a Rimini. Ed è da quell’intervento che voglio iniziare una riflessione sugli scenari di ri-costruzione in tempi di pandemia da Covid-19. Sempre Draghi continuava quel discorso così: “Questo debito, sottoscritto da Paesi, istituzioni, mercati e risparmiatori, sarà sostenibile, continuerà cioè a essere sottoscritto in futuro, se utilizzato a fini produttivi, come investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione, nella ricerca, se è cioè debito buono”.

Trovo inutile e stucchevole ripetere ogni volta che il Covid è stato uno tsunami. Perché è evidente che ha travolto il tessuto economico del Paese: il commercio, l’industria, l’artigianato, il turismo. Tutto. Oggi non possiamo che confidare nel nuovo Governo presieduto da Mario Draghi in un’ottica di salvezza nazionale. Ma va detto con coraggio e chiarezza che il precedente Governo, quello presieduto da Giuseppe Conte, è stato un disastro. Sempre Draghi al Meeting di Rimini: “In questo susseguirsi di crisi i sussidi che vengono ovunque distribuiti sono una prima forma di vicinanza della società a coloro che sono più colpiti, specialmente a coloro che hanno tante volte provato a reagire. I sussidi servono a sopravvivere, a ripartire, ma ai giovani bisogna però dare di più. Tutte le risorse disponibili sono state mobilizzate per proteggere i lavoratori e le imprese che costituiscono il tessuto delle nostre economie: si è evitato che la recessione si trasformasse in una prolungata depressione, ma l'emergenza e i provvedimenti da essa giustificati non dureranno per sempre. Ora è il momento della saggezza nella scelta del futuro che vogliamo costruire”.

Ecco, il Governo Conte ha scelto la strada delle pacche sulle spalle. Dei sussidi, che sono arrivati a intermittenza. Quando sono arrivati. Mentre la strada vera era quella dei finanziamenti a fondo perduto. Perché tante aziende (micro, piccolissime, piccole, medie, grandi) hanno perso tutto. Non hanno incassato e quindi non potevano né pagare le tasse né risolvere tutto con la logica degli aiuti o dei ristori. Servivano finanziamenti a fondo perduto. Serviva l’anno bianco fiscale. Invece ogni due o tre mesi ci siamo trovati davanti all’emergenza nell’emergenza di dover bloccare le cartelle esattoriali che erano pronte per essere inviate comunque. In questo modo si è distrutta la fiducia delle aziende, degli imprenditori. Il Governo Conte ha navigato a vista, andando avanti con la politica degli spot e degli annunci. Cavalcando l’onda lunga dell’eterna emergenza. Perfino il divieto di licenziamento (giusto) è stato affrontato nella logica di un pannicello caldo da “spot”. Perché nel frattempo non si sono costruite le condizioni per un vero rilancio. E quando i termini saranno scaduti bisognerà fronteggiare un altro tsunami.

Noi confidiamo in questo Governo. Alcuni segnali sono arrivati: dal turismo, dall’innovazione tecnologica, dal digitale, dalla transizione ecologica. Noi crediamo che il rilancio post Covid debba passare da una massiccia e mirata campagna di vaccinazione (il Governo Conte ha miseramente fallito anche su questo), da un pacchetto autorevole e credibile per intercettare le risorse del Recovery Fund. Ma anche dalla capacità di investire davvero sul turismo, sull’artigianato, sul commercio, sulla scuola, sull’ambiente, sulla cultura. Si può fare in un’ottica di salvezza nazionale. Non sprechiamo questa occasione. Basta con la stagione degli apprendisti stregoni. La ricostruzione passa dalle competenze. E dal coraggio.


Guido D’Amico

Presidente nazionale di ConfimpreseItalia

2021 Copyright © - Riproduzione riservata
I contenuti sono di proprieta' di FFA Eventi e Comunicazione s.r.l. - PI: 05713861218
Vietato riprodurli senza autorizzazione
Utilizzando il sito Web di Economia News, l’utente accetta le politiche relative ai cookie.
Continua