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Angelo Artale: un percorso da "costruire insieme"

Il decreto “Sostegni”, si presta naturalmente a molte considerazioni. In via preliminare osservo che nonostante alcuni aggiustamenti migliorativi in sede di dibattito all’interno dell’Esecutivo, la “potenza di fuoco” della misura di sostegno vera e propria è piuttosto limitata.

Sarebbe stato dunque bene potenziarle attingendo da strumenti più selettivi e parziali quali ad esempio il cosiddetto “Patrimonio Destinato” di cui all’articolo 27 del decreto legge 19 Maggio 2020, n. 34, convertito in legge il 17 Luglio 2020 n. 77 (cd "Rilancio" ). La relativa dotazione di 44 miliardi è infatti gestita da Cassa Depositi e Prestiti solo a favore di imprese con fatturato superiore ai 50 milioni di euro in condizioni di difficoltà rispetto al 2019, ma che tuttavia mantengano prospettive di ripresa.

Al di là della parzialità dell’intervento e della sua subordinazione a diversi requisiti, sarebbe  più opportuno un intervento “erga omnes”, non ultimo perché effettuato a valere sulle risorse gestite da una Cassa che raccoglie i depositi postali degli italiani.

Sotto il profilo delle principali novità in materia di lavoro ed ammortizzatori sociali, esse riguardano in particolare l’integrazione salariale ed il blocco dei licenziamenti dove , all’articolo 8 viene delineato un “doppio binario” per l’uscita graduale dalla normativa di emergenza che dura da ormai da oltre un anno.

Per quanto riguarda nello specifico gli ammortizzatori sociali il citato art. 8 prevede che i datori di lavoro privati possano accedere al trattamento di CIG ordinaria Covid per una durata di 13 settimane tra il primo Aprile 2021 ed il 30 Giugno 2021 per i lavoratori in forza alla data di entrata in vigore del decreto. Viene poi prologato il blocco dei licenziamenti al 30 Giugno pv, salvo cessazione definitiva dell’attività d’impresa. Non mi soffermo oltre sul punto che, oltre a presentare delle criticità, contiene altresì aspetti non molto chiari che si spera possano essere perfezionati entro la data di conversione del decreto in questione cioè il 20 Maggio prossimo.

Non ritengo comunque  positiva questa enfasi sul blocco dei licenziamenti: le imprese con prospettive stabili o di crescita (e debbo dire che nel sistema Finco sono la maggioranza) non licenzieranno ed anzi, in taluni casi, faticano a trovare manodopera qualificata.  Per quelle imprese invece non in salute e con prospettive al ribasso, tale misura rischia di provocare effetti peggiori del rimedio, rimandando il momento di ricerca di nuova occupazione da parte delle risorse in esubero. E certamente non saranno i “Navigators” che risolveranno tale problema poiché al momento l’unica occupazione che hanno creato è la loro medesima ed anzi sono già in agitazione per il rinnovo degli incarichi.

È inutile fare giri di parole su questa misura, rivelatasi un fallimento completo a carico, come al solito, del contribuente. Ed in proposito sarà bene, ancora una volta, ricordare che non esistono quelli che, comodamente e genericamente, vengono definiti “soldi pubblici”, ma esistono i soldi del contribuente.

Bene l’attenuazione delle rigidità - controproducenti sopratutto per gli stessi prestatori d'opera che ben sanno che l'alternativa alla proroga non è nel novanta per cento dei casi ed in questa situazione di crisi l'assunzione  ma la perdita del lavoro - relative alla proroga od al rinnovo dei contratti a termine, le cosiddette “causali”, di cui all’art 17, poiché ai fini di tali proroghe o rinnovi non si tiene conto di quelle precedentemente intervenute.

Vi sono poi alcune opportune norme di attenzione per quanto riguarda i lavoratori fragili.

Al di là di quanto sopra, è basilare agire, oltre che sulla leva dei “Sostegni”, su quella delle misure volte al rilancio ed all'iniziativa economica quali ad esempio le detrazioni fiscali per l’emergenza energetica e sismica di cui al super bonus 110%.

In questo ambito le vere criticità riguardano gli oneri burocratici abnormi da parte della pubblica amministrazione e le “strettoie” finanziare da parte degli istituti di credito che improntano al solito la loro azione alla modalità “piove sul bagnato”. Senza voler minimamente sottovalutare l’analisi del merito creditizio, stiamo comunque parlando di una misura garantiti dallo stato al 110%, sia pure con un periodo “ponte”.

 

Angelo Artale

Direttore Generale

FINCO 

Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione

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