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Mario Cesaroni: la soluzione è scritta nella Costituzione italiana

“L’iniziativa Economica Privata è Libera” art.41 della Costituzione Italiana. Si chiede troppo senza dare adeguate coperture a imprese e cittadini.

Nel fare alcune riflessioni su questa importantissima e delicata questione, posso e credo di parlare da una posizione neutra, o per certi versi privilegiata. La mia azienda (Digital Facility) opera nel settore del Facility Management evoluto e per i suoi codici Ateco non mai chiuso un giorno dall’inizio di questa devastante situazione del Covid 19, anzi stiamo crescendo costantemente e il 2020 ha avuto un incremento quasi a due cifre, e il 2021 sembra mantenere lo stesso trend.

Ma per rispondere se sia giusto o meno riaprire il 26 di aprile, dico si, questa riposta la troviamo nella nostra Costituzione e precisamente all’articolo 41 L’iniziativa economica privata è libera, ma ci dice molto altro, sono previste una serie di norme e di regole affinché un artigiano, un professionista o un imprenditore possa essere autorizzato ad aprire una qualsiasi attività, pensiamo a un ristorante o a una palestra, a quali e quante regole sulla sicurezza e il mantenimento degli ambienti deve rispettare, sentiamo sempre dire che l’Italia è il paese Europeo con maggiori regole e controlli in materia di scurezza sul lavoro in ogni ambito e settore, corsi di formazione, DPI, aereazione, certificazioni e tanto altro ancora.

Ora se tutte queste autorizzazioni vengono rilasciate è perché l’imprenditore ha adempiuto a mettersi a norma e non solo, ha pagato anche una serie di costi amministrativi per queste autorizzazioni.

Possiamo dire che è in grado di gestire in autonomia qualsiasi norma sulla prevenzione e sicurezza attraverso anche i suoi consulenti, diversamente non potrebbe esercitare la sua attività.

D’altro canto abbiamo visto come in poco tempo centinaia di migliaia di attività si sono adeguate alle normative anti Covid, vedi ristoranti, palastre ecc …

Cosi recita sempre l’articolo 41 della Costituzione, “l’attività non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”

Dice inoltre, “La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociale”

Significa che è già tutto previsto, l’imprenditore ha la responsabilità e l’autonomia della sua impresa, autorizzata con il rilasciato dopo  tutti i controlli, le autorizzazioni e le certificazioni a seconda del tipo di attività.

Perché non dovrebbe più esserlo adesso?

In questo troviamo la risposta alla terza riflessione, esiste un punto di equilibrio tra salute e lavoro? Senza ovviamente tralasciare o sottovalutare le conseguenze per chi potrebbe ammalarsi seriamente di Covid 19.

La più significativa a parer mio, è la seconda riflessione, le attività economiche possono resistere ancora? La proporrei cosi, quanto può resistere una madre o un padre senza guadagnare per poter mantenere i propri figli ? Non è previsto dalla nostra Costituzione che si possa chiudere un’impresa sana e che non sia fallita, non si può chiedere alle persone di rinunciare alla loro vita senza un paracadute adeguato.

La mie riflessioni in conclusione sono queste, sono dell’avviso che vadano riaperte tutte le attività utilizzando tutti i protocolli possibili, dispostivi di sicurezza, distanza ecc…, ma “ riapriamo e lasciamo circolare liberamente” la creatività, la passione, l’ingegnosità dei nostri imprenditori dei nostri artigiani, dei nostri artisti, capaci e responsabili, lasciamo tornare a sorridere e ridere i nostri ragazzi, lasciamoli competere nei loro ambienti, facciamo riaccendere il motore della nostra economia e della bellezza del nostro paese Italia.

 

Mario Cesaroni

CEO Digital Facility

 

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