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Matteo Bianchi: bisogna riformare il Paese in maniera adeguata

Superare e cancellare, una volta per tutte, tanti inutili organismi che deprimono la dinamicità delle nostre imprese sane ed oneste.

Dopo anni di approcci basati su austerità, patti di stabilità ed incrementi della burocrazia, oggi l’Unione Europea – finalmente – supera alcuni assunti del passato e si mette a lavorare a servizio dei popoli e dei territori del nostro continente. E’ un approccio diverso e nuovo, che la Lega chiedeva da tempo e che trova concetezza in molti principi del Recovery Fund.

220 miliardi da spendere sono tanti e fanno parte di un piano ambizioso, ma bisogna porre molta attenzione ad efficacia ed efficienza: nel corso di questa emergenza sanitaria ed economica il nostro paese ha acceso ulteriore debito per 160 miliardi e sfido chiunque a trovare imprenditori o famiglie che hanno beneficiato, in termini di propettiva e crescita, di interventi finanziati con gli ultimi scostamenti.

Quei soldi sono stati distribuiti male e spesi senza nessun piglio di responabilità, con una logica assistenzialistica e mossa dalla voglia di trovare sistemi per alimentari sussidi. Questo approccio ideologico, che trova il suo culmine nelle centinaia di milioni utilizzati per riempire le nostre città di monopattini, deve essere superato perché abbiamo riscontrato sulla nostra pelle come si fa in fretta a buttare dalla finestra decine e decine di miliardi dei contribuenti e quindi bisigna fare attenzione affinchè si persegua il principio degli investimenti e della crescita.

Ci è stato raccontato per anni della bontà della decrescita felice: noi siamo –invece- per la crescita e per investire, affinchè il nostro paese si migliori e possa essere concorrenziale sullo scacchiere internazionale. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, porta con sé l’opportunità di migliorare ataviche problematiche del nostro paese, già sottolineate dalla Commissione Europea (che ora sommariamente elenco) e che, nonostante quasi tutti si siano professati nel tempo europeisti, si faceva finta di non percepire come problemi: - il miglioramento del coordinamento tra gli Enti Locali e Regionali è stato mortificato da una narrazione neo-centralista; - la necessità di fornire liquidità all’economia reale è stata superata dalla logica del sussidio, spesso anche con sacche di parassitismo; - La Commissione Europea ha, da tempo, sottolineato l’esigenza di far si che la pubblica amministrazione paghi i fornitori in tempi dignitosi, mentre sappiamo quanto siano dilatati i tempi per liquidare le fatture; - ci è stato chiesto di promuovere gli investimenti, mentre abbiamo alimentato spese correnti improduttive; -da ultimo, è noto anche a Bruxelles come il nostro sistema giudiziario non funzioni, soprattutto sui tempi dei processi: anziché lavorare ad una riforma seria si è preferito continuare sul giustizialismo.

Ma ora abbiamo la possibilità di fare le cose che servono al paese e dobbiamo farlo con la consapevolezza delle priorità necessarie che sono quelle di una ripartenza economica vigorosa, di creare posti di lavoro e di tirare fuori il paese dalle secche in cui si era infilato…di certo non è utile né necessario bloccare le attività d’aula e la politica con provvedimenti surreali ed ideologici.

Questo Governo ha dato una svolta di impostazione che ci fa ben sperare: finalmente si affrontano le azioni politiche con un quadro di insieme e con una visione complessiva. La vicenda di Alitalia ne è un esempio: non più interventi assistenzialistici a scapito delle tasche dei contribuenti, ma azioni puntuali in una cornice ben definita del settore del trasporto aereo. Di questo non possiamo che essere grati al Ministro Giorgetti.

Il Pnrr illustrato deve essere capillare nell’economia reale. Quello che chiediamo al Governo e su cui la Lega vigilerà, è che il tessuto economico e sociale rappresentato dalle piccole e medie imprese, possa beneficiare direttamente dalle azioni del piano. Sappiamo benissimo di questa peculiarità del nostro paese, differente da Germania e Francia, e di quanto sia diffcile per le PMI interfacciarsi con un carico burocratico oltremodo pesante.

Serve attenzione affinchè non sia solo la grande industria a beneficiare dei provvedimenti del Governo, nell’interesse di tutto il sistema paese. Ero preoccupato delle pressioni di certi Presidenti di Regioni meridionali, che stavano intendendo il Pnrr, come una sorta di Cassa del Mezzogiorno assistenzialistica: il Governo è stato capace di mantenere equilibrio tra le varie zone del paese, sottolineando l’obiettivo generale che è quello degli investimenti propedeutici allo sviluppo.

Piccola digressione locale sulla Regione Lombardia, da cui provengo, la quale rappresenta il 25% del Pil nazionale nonostante la zavorra di uno stato pachidermico che ha faticato negli anni ad attualizzarsi: grazie a questo piano, finalmente, abbiamo la possibilità di guardare a riforme strutturali che consentiranno alle regioni settentrionali di competere e cooperare con ulteriore e maggiore dinamicità con regioni mitteleuropee con cui già intrattengono rapporti.

Ma questo momento storico ci da anche la possibilità di riflettere sul rapporto tra Unione Europea, Stati membri ed autonomie locali e regionali: bene il passagio nel piano sul coinvolgimento degli enti territoriali e di prossimità, ma il livello successivo è quello di chiedere una rivisitazione dei trattati europei per meglio attuare il principio di sussidiarietà presnte nel Trattato di Lisbona e che, per una serie di motivi, non ha mai davvero trovato reale e diffusa.

Serve lavorare tutti insieme per una crescita vigorosa e duratura. Tutti dobbiamo remare in questa direzione o il nuovo debito contratto non sarà – ovviamente – sostenibile. Questo lo dico per chi crede di continuare con la politica dell’assistenza e del sussidio o della decrescita, anche se mi pare di sentirne parlare sempre meno, a testimonianza di quanto fosse assurdo un certo modo di intendere la società e l’economia.

Responsabilità tra gli enti coinvolti, presuppone anche responsabilità individuale di ognuno che segue e declina l’azione del piano, fino ai beneficiari dello stesso, in un approccio di Comunità e non dei singoli interessi. Focalizzando l’attenzione su alcuni aspetti del Pnrr, ci terrei a sottolineare alcuni argomenti: -il tema della digitalizzazione (con un occhio attento all’aggressività cinese sul tema del 5G), è di fondamentale importanza per il paese, soprattutto per le tante aree interne della penisola che soffrono il fenomeno dello spopolamento; -la rivoluzione verde deve essere mossa dal buonsenso e non da beceri ideologismi. Noi che crediamo nelle identità territoriali, siamo i primi ad essere sinceramente e convintamente attenti alla qualità ambientale e a difenderla, ma serve farlo senza danneggiare il tessuto economico con approcci insensati; -siamo il partito dei SI: Si alle opere necessarie e strategiche per il paese e se serve, vigore dal punto di vista fiscale con l’introduzione di nuove ZES, soprattutto per il tema delle merci, non escludendo gli aeroporti; -fa piacere vedere nel piano una attenzione agli asili ed alle scuole materne, asset importantissimo per il sostegno demografico; -sul fronte sanitario la pandemia ci ha insegnato che serve prepararsi con una capillarità più adeguata alle emergenze, attualizzando anche i ruoli dei medici di base.

Tuttavia queste azioni non sono sufficienti se, come suggerito tra l’altro dalla Commissione Europea, il nostro paese non si riforma in maniera adeguata: - svecchiare la pubblica amministrazione e riformare la giustizia sono i due punti cardine per un paese moderno e che vuole stare al passo con i tempi. Serve coraggio, superando rendite di posizione obsolete che non portano da nessuna parte; -si parla da molto tempo di “semplificazioni” ed ora è giunto il momento di attuarle per davvero partendo dal codice degli appalti, il quale basterebbe adeguardo alle riforme chieste dall’Unione Europea per renderlo più snello.

Ma è comunque il principio obsoleto che bisogna superare: basta regole, burocrazia ed organismi di controllo che bastonano le imprese oneste e non risolvono il problema delle infiltrazioni delinquenziali. Questo sistema non ha funzonato e bisogna prenderne atto, superando e cancellando una volta per tutte tanti inutili organismi che deprimono la dinamicità delle nostre imprese sane ed oneste. Mi ha colpito, in questo piano, un aspetto che può essere considerato marginale ma che testimonia l’approfondimento della visione del sistema paese nella sua complessita: la creazione di infrastrutture sportive all’interno di plessi scolastici. Credo che l’importanza dello sport sia oramai assodata e rivendicarla con investimenti impiantistici nel plessi educativi, porta il nostro paese a seguire esperienze internazionali che si sono dimostrate vincenti, sia dal punto di vista sportivo e per la salute, ma anche per la crescita educativa dei nostri ragazzi. Da ultimo, un passaggio sulle detrazioni del 110% per la riqualificazioni degli edifici. L’iniziativa in sé è apprezzabile per attualizzare il patrimonio immobiliare, ma stenta a partire con la portata sperata ed il problema è riconducibile al carico burocratico previsto dalla norma. Quindi o si semplifica, oppure si cerchi di accorpare tutte le detrazioni che riguardano gli immobili in una detrazione unica, altrimenti il rischio è che si sia fatta una norma di stampo “accademico” che fatica a trovare riscontro nel mondo reale. Inoltre, la regia del MEF è qualcosa che ci allontana da spauracchi di task force e comitati tecnici. E’ la scelta corretta per dare centralità alla politica, la quale deve assurmersi le responsabilità delle scelte in un quadro complessivo di interesse per il paese. La Lega farà la sua parte e lo farà con senso di responabilità per fare le cose, perché se siamo al governo è per costruire qualcosa di buono e non per rallentare, frenare o dire di no. Fuori da queste aule c’è un intero paese che chiede di ripartire, lavorare e vivere. Sento parlare tanto di valori europei, con alcune interpretazioni progressiste un pò bizzarre e che poco hanno a che fare con la tradizione europea stessa, ma l’unico valore che deve muovere ora l’azione prioritaria del Governo è il valore del lavoro, come volano per la crescita e come elemento di dignità umana e centralità della vita di una comunità.

 

Matteo Luigi Bianchi

Vice Presidente Commissione Politiche UE

Parlamentare Lega

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